lunedì 27 agosto 2007

RICOMINCIAMO

Finite le ferie, quasi finita l'estate; tra poco tutti riprenderanno il loro posto...
Dopo un'estate molto calda faremo di tutto perchè anche l'inverno sia CALDISSIMO, un paio di sorpresine sono già pronte e altri progetti sono in cantiere. Chi pensava che col tempo ci saremmo sfaldati e sopiti... beh, si sbagliava.
L'amministrazione dal canto suo ci fornisce tantissimo materiale, ogni nuova proposta o azione che intraprende ci da spunti e motivazioni inattese.
Qualcuno comincia a capire meglio di che pasta è fatta la nostra amministrazione, e sembra non piacergli.
Ci sentiamo presto.

BUON LAVORO!

66 commenti:

Anonimo ha detto...

A proposito di tasse.
In questi giorni si parla molto di tasse, di equità, di sciopero fiscale…
Credo sia giusto pagare le tasse per i servizi che lo Stato, a tutti i suoi livelli, fornisce ai cittadini, e pagarle nella misura prevista dal nostro ordinamento giuridico..
Ma quando al pagamento delle tasse non corrisponde l’erogazione di nessun servizio, è ancora giusto pagarle?
Vediamo il caso delle tasse comunali, ICI in testa.
L’ICI viene pagata da tutti nella stessa misura, ma i servizi che il comune rende ai cittadini sono di tre tipi: servizi per il Capolugo, servizi per le frazioni maggiori, servizi per le frazioni minori.
I servizi per il Capoluogo li vediamo, che siano tutti utili e giusti è un altro discorso. Ed anche nelle frazioni maggiori esistono vari servizi, anche se a macchia di leopardo.
Ma di quali servizi fruiscono le piccolissime frazioni?
- talvolta non hanno una strada comunale (che questo sia addirittura contro legge è un argomento di cui potremo discutere un’altra volta), e la strada, che deve essere aperta a tutti, gli abitanti la devono mantenere a proprie spese
-non hanno illuminazione pubblica
-non hanno fognature (ma i residenti hanno l’obbligo di costruire e gestire depuratori e sistemi di smaltimento propri)
-non hanno mezzi di trasporto pubblici
-hanno i cassonetti per la raccolta dei rifiuti spesso molto lontani
-non hanno la raccolta differenziata (non esiste quella della carta e solo da qualche tempo sono state istallate un modesto numero di campane per il vetro ecc.)
-i Vigli Urbani (lo dice il nome, sono..Urbani) si vedono nelle frazioni solo quando devono notificare qualche atto
-non hanno …… ma forse sarebbe meglio se qualche Amministratore ci dicesse di quali servizi fruiscono gli abitanti delle piccole frazioni e delle case isolate, e per quale motivo devono pagare l’ICI come gli abitanti del capoluogo, e talvolta di più, perchè le case isolate, anche le più modeste, sono in categoria A7.
Dove vanno a finire i nostri soldi? In iniziative utili solo a chi le inventa? In spese per gemellaggi e in musei che non interessano a nessuno?
Se vogliamo incrementare il turismo la strada è un’altra.
Ma di questo mi riservo di parlare un’altra volta.

Vi ringrazio

FRANCESCO.

Anonimo ha detto...

Giorgio Gaber - Qualcuno era comunista
1991 - monologo

No, non è vero, io… io non ho niente da rimproverarmi. Non mi sembra di aver fatto delle cose gravi, ecco.
La mia vita? Una vita normale, voglio dire… Non ho mai rubato, neanche in casa da piccolo, non ho ammazzato nessuno, figuriamoci!…
Lavoro, ho una famiglia, pago le tasse. Non mi sembra d’aver delle colpe, ecco… non ho mai fatto neanche l’assessore, per dire!…
Come? Ah, voi parlavate di prima! Ah… prima… e beh, prima… prima… mi sono comportato come tutti, non so.
Come mi vestivo? Mi vestivo come ora… beh magari non proprio come ora, un po’ più… sì, jeans, un maglione, l’eskimo. Perché? Non va bene? Era comodo.
Come? Cosa cantavo? Oh, questa poi, volete sapere cosa cantavo? Ma sì certo, anche… anche canzoni popolari, sì… “Ciao bella ciao”. Devo parlar più forte? Sì, “Ciao bella ciao” l’ho cantata, e anche l’“Internazionale”, sì… però in coro eh!
Sì, quello sì, quello, lo ammetto, sì, ci sono andato, sì, li ho visti anch’io gli Inti Illimani… però non ho pianto!
Come? Se in camera ho delle foto? Che discorsi, certo, c’ho… c’ho le foto dei miei genitori, di mia moglie, di…
Manifesti? Non mi ricordo… Forse uno, ecco sì, piccolo poi, sì… Che Guevara. Ma cos’è, un processo questo qui?
No, no, quello no, mi dispiace… quello no, mi dispiace… ma io il pugno non l’ho mai fatto, no, il pugno mai, mai, mai, mai. Beh insomma, forse una volta ecco… un pugnettino, piccolo proprio…
Come? Se ero comunista? Ah. Vi piacciono le domande dirette, eh?! Volete sapere se ero comunista? No, no finalmente perché adesso non ne parla più nessuno, tutti fanno finta di niente e invece, invece è giusto chiarirle queste cose, una volta per tutte, ohhh!
Se ero comunista. Benissimo, benissimo. In che senso? No, voglio dire…

Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia.
Qualcuno era comunista perché il nonno, lo zio, il papà… la mamma no!
Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il Paradiso Terrestre.
Qualcuno era comunista perché si sentiva solo.
Qualcuno era comunista perché aveva avuto un’educazione troppo cattolica.
Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche… lo esigevano tutti.
Qualcuno era comunista perché “La Storia è dalla nostra parte!”.
Qualcuno era comunista perché glielo avevano detto.
Qualcuno era comunista perché non gli avevano detto tutto.
Qualcuno era comunista perché prima… prima, prima… era fascista.
Qualcuno era comunista perché aveva capito che la Russia andava piano ma lontano.
Qualcuno era comunista perché Berlinguer era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché Andreotti non era una brava persona.
Qualcuno era comunista perché era ricco… ma amava il popolo.
Qualcuno era comunista perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari.
Qualcuno era comunista perché era così ateo che aveva bisogno di un altro Dio.
Qualcuno era comunista perché era talmente affascinato dagli operai che voleva essere uno di loro.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di fare l’operaio.
Qualcuno era comunista perché voleva l’aumento di stipendio.
Qualcuno era comunista perché la rivoluzione oggi no, domani forse, ma dopo domani sicuramente.
Qualcuno era comunista perché “la borghesia il proletariato la lotta di classe, cazzo”.
Qualcuno era comunista per fare rabbia a suo padre.
Qualcuno era comunista perché guardava solo Rai Tre.
Qualcuno era comunista per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione.
Qualcuno era comunista perché voleva statalizzare tutto.
Qualcuno era comunista perché non conosceva gli impiegati statali, parastatali e affini.
Qualcuno era comunista perché aveva scambiato il “materialismo dialettico” per il “Vangelo secondo Lenin”.
Qualcuno era comunista perché era convinto d’avere dietro di sé la classe operaia.
Qualcuno era comunista perché era più comunista degli altri.
Qualcuno era comunista perché c’era il grande Partito Comunista.
Qualcuno era comunista malgrado ci fosse il grande Partito Comunista.
Qualcuno era comunista perché non c’era niente di meglio.
Qualcuno era comunista perché abbiamo avuto il peggiore Partito Socialista d’Europa.
Qualcuno era comunista perché lo Stato peggio che da noi solo l’Uganda.
Qualcuno era comunista perché non ne poteva più di quarant’anni di governi democristiani, incapaci e mafiosi.
Qualcuno era comunista perché piazza Fontana, Brescia, la stazione di Bologna, l’Italicus, Ustica, eccetera, eccetera, eccetera.
Qualcuno era comunista perché chi era contro era comunista.
Qualcuno era comunista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare democrazia.
Qualcuno credeva di essere comunista e forse era qualcos’altro.
Qualcuno era comunista perché sognava una libertà diversa da quella americana.
Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri.
Qualcuno era comunista perché aveva bisogno di una spinta verso qualcosa di nuovo, perché era disposto a cambiare ogni giorno, perché sentiva la necessità di una morale diversa, perché forse era solo una forza, un volo, un sogno, era solo uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.
Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come più di sé stesso, era come due persone in una. Da una parte la personale fatica quotidiana e dall’altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo per cambiare veramente la vita.
No, niente rimpianti. Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare, come dei gabbiani ipotetici.
E ora? Anche ora ci si sente come in due: da una parte l’uomo inserito che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana e dall’altra il gabbiano, senza più neanche l’intenzione del volo, perché ormai il sogno si è rattrappito.
Due miserie in un corpo solo.


UN NOSTALGICO

Anonimo ha detto...

Quel mito italiano descritto da Gaber si è distrutto. Si è gonfiato come una bolla di sapone ed ha fatto quel che doveva fare una bolla di sapone. È scoppiata. Chi ha distrutto quel mito? Il nemico ideologico? No.

Solo il politicante medio, che si è cibato dell’italiano medio.

Ma è solo un mito che è bruciato, come una Fenice. Ma il sogno che lo alimentava non è affatto rattrappito, è più vivo che mai. Quel sogno non ha colore. Non può essere imprigionato in un solo colore. È troppo largo per qualunque misera etichettina.

Lo sbaglio è stato darglielo un colore, e credere che l’avesse. Schierarsi da una parte l’un contro l’altro. Come tante tifoserie, in un parallelismo tra calcio e appartenenza ad un partito che è inquietante. E continuare a combattersi, a volte senza sapere perché. E mentre i litiganti litigano… qualcuno gode. Le basi litigano, e i vertici…

C’è una frase in una recentissima canzone di Jarabe de Palo che evoca un’immagine bellissima: “come una fiamma che si muove e al vento non ubbidisce mai”.

“Il senso di appartenenza a una razza che vuole spiccare il volo per cambiare veramente la vita” è questo, un sentimento vitale nostro, una fiamma che non ubbidisce al vento. Un sentimento italiano.

Non ci sarà politicante che spegnerà mai questo sogno italiano. Ma l’italiano spegnerà questo politicante. E il giorno non è lontano.

Perché piano piano l’italiano aprirà gli occhi. E si renderà conto di essere stato vittima di un grande inganno. Di aver recitato un copione che altri hanno scritto, e di essersi immedesimato nel ruolo.

Di essersi infilato in delle cieche tifoserie. L’altro ha una buona idea? Ma l’ha avuta quello… l’altra squadra… non potrò mai condividerla… l’ha avuta il nemico… ma mi piace… ma l’ha avuta lui… no… io sono per… altrimenti divento come lui… mi prendono in giro… ah ah, tu sei con…

E via con il tifo… con le lotte… Guelfi e Ghibellini… e gli schieramenti si riproducono… si tramandano… senza sapere più perché…

“Io e te… ma si può sapere perché litighiamo?”
“Sai che non lo so?”
“Su cos’è che non siamo d’accordo?”
“Perché non ne parliamo direttamente?”

Buttiamo via i copioni… che abbiamo un unico ruolo. Persone.

I partiti, per loro struttura, non vanno. Sono strutture gerarchiche, di tipo militare. Le basi di volontari non fanno il bene del paese o delle ideologie che girovagano intorno alla struttura. Fanno il bene solo della struttura. Sono piramidi. Una struttura veramente democratica deve essere invece un edificio ad un piano solo.

Ideali e ideologie stanno ai partiti come la religione sta alla Chiesa. Sono cose diverse.

Svegliamoci dall’illusione dei partiti e cominciamo a conoscerci. E il sogno italiano finalmente nascerà. In un piccolo nuovo rinascimento.

Ognuno si tenga caro il suo Dio, i suoi ideali, la sua ideologia, le sue idee… e non li rinneghi mai. Ma si confronti sempre e soltanto con sé stesso e con le persone, e mai con gli schemi.


FIRMATO

CHI VUOL CAPIR CAPISCA!!!!!!!!!!.

Anonimo ha detto...

Giorgio Gaber - Io non mi sento italiano
2003

Io G. G. sono nato e vivo a Milano
Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
non è per colpa mia
ma questa nostra Patria
non so che cosa sia.
Può darsi che mi sbagli
che sia una bella idea
ma temo che diventi
una brutta poesia.
Mi scusi Presidente
non sento un gran bisogno
dell’inno nazionale
di cui un po’ mi vergogno.
In quanto ai calciatori
non voglio giudicare
i nostri non lo sanno
o hanno più pudore.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
se arrivo all’impudenza
di dire che non sento
alcuna appartenenza.
E tranne Garibaldi
e altri eroi gloriosi
non vedo alcun motivo
per essere orgogliosi.
Mi scusi Presidente
ma ho in mente il fanatismo
delle camicie nere
al tempo del fascismo.
Da cui un bel giorno nacque
questa democrazia
che a farle i complimenti
ci vuole fantasia.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese
pieno di poesia
ha tante pretese
ma nel nostro mondo occidentale
è la periferia.

Mi scusi Presidente
ma questo nostro Stato
che voi rappresentate
mi sembra un po’ sfasciato.
E’ anche troppo chiaro
agli occhi della gente
che è tutto calcolato
e non funziona niente.
Sarà che gli italiani
per lunga tradizione
son troppo appassionati
di ogni discussione.
Persino in parlamento
c’è un’aria incandescente
si scannano su tutto
e poi non cambia niente.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Mi scusi Presidente
dovete convenire
che i limiti che abbiamo
ce li dobbiamo dire.
Ma a parte il disfattismo
noi siamo quel che siamo
e abbiamo anche un passato
che non dimentichiamo.
Mi scusi Presidente
ma forse noi italiani
per gli altri siamo solo
spaghetti e mandolini.
Allora qui m’incazzo
son fiero e me ne vanto
gli sbatto sulla faccia
cos’è il Rinascimento.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Questo bel Paese
forse è poco saggio
ha le idee confuse
ma se fossi nato in altri luoghi
poteva andarmi peggio.

Mi scusi Presidente
ormai ne ho dette tante
c’è un’altra osservazione
che credo sia importante.
Rispetto agli stranieri
noi ci crediamo meno
ma forse abbiam capito
che il mondo è un teatrino.
Mi scusi Presidente
lo so che non gioite
se il grido “Italia, Italia”
c’è solo alle partite.
Ma un po’ per non morire
o forse un po’ per celia
abbiam fatto l’Europa
facciamo anche l’Italia.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo lo sono.

Io non mi sento italiano
ma per fortuna o purtroppo
per fortuna o purtroppo
per fortuna
per fortuna lo sono.

FIRMATO

GRANDE ANDREA

Anonimo ha detto...

#

Nel lontano 1988 sono stato negli Stati Uniti, un po’ presso parenti e un po’ in giro. A quei tempi ero molto filoamericano, anche se la politica non c’entra neanche un po’. Ammiravo semplicemente quel Paese. Ultimamente, forse perché conosco di più il mondo, forse perché vedo dove gli Americani stanno andando grazie a presidenti come Bush, molto meno.

Ma a distanza di tanti anni c’è una cosa che mi ricordo benissimo di quel paese. Quella che mi ha lasciato di più il segno: il rispetto delle persone per gli altri. Anche per i disabili, down o meno che siano.

Non esiste locale, non esiste chiesa, non esiste cinema, non esiste museo, non esiste piscina, non esiste parco giochi, non esiste ristorante, non esiste ufficio… non esiste niente in cui una sedia a rotelle non possa entrare.

Ma non è semplicemente questo. È la normalità delle relazioni tra chi è su una sedia a rotelle e chi no che colpisce. È l’assenza della maledetta occhiata di compassione per lo sfortunato o il diverso che colpisce. È vedere una persona su una sedia a rotelle in una piscina che chiacchiera allegramente con le persone vicine che colpisce. La gente che vive la sua vita in modo naturale, senza vergognarsi. Persone che grazie a questo habitat mentale riescono a vivere una vita completa, nello sport, nel tempo libero, nel lavoro.

Dove relazionarsi con chi è su una sedia a rotelle è lo stesso che farlo con una persona bionda, o magra, o bassa. Semplicemente una persona che ha caratteristiche diverse.

Questo si respirava negli Stati Uniti.

Da noi essere su una sedia a rotelle è una sciagura. Ci si vergogna. Occorre avere un carattere molto forte per integrarsi con gli altri. Io se fossi mentalmente lucido e su una sedia a rotelle vorrei condurre esattamente la stessa vita di prima, andare negli stessi posti e fare le stesse cose. Come se fossi negli Stati Uniti.

VI RINGRAZIO

FIRMATO

GIUSEPPE

Anonimo ha detto...

LO SPRECO DI ACQUA

Scrivo questo articolo per
segnalare alcune “nefandezze idriche” alle quali io - come penso altre persone - mi sarei stufato di assistere.

Ho anche preso spunto leggendo alcuni articoli i quali , fanno giustamente notare che non sono 4 ragazzi che si tirano un secchio d’acqua la sera d’estate coloro che mandano in crisi l’approvvigionamento idrico.

Ho scelto l’acqua perché in questo periodo torrido ne sentiamo tutti la mancanza, e perché penso che questi esempi possano spingere ognuno a fare la sua piccola parte.

Sono ormai anni che osservo il paese nel periodo più torrido dell’estate, quale ora siamo, e sono ormai anni che per sensibilizzare la popolazione a questo problema, vengono attaccati i soliti manifestini per il divieto di utilizzo improprio dell’acqua rafforzati anche dai vari TG che riportano la stessa emergenza livello nazionale.
Però più che osservo, più mi rendo conto che siamo tutti bravi a fare gli ecologisti a casa degli altri e alla fine non cambia mai nulla se non a discorsi.

Non voglio giudicare nessuno in quello che ho da dire, ma vorrei solo spostare l’attenzione sul come si utilizza l’acqua, mi correggo su come si spreca , anche da parte di quei cittadini o categorie considerate non sospette, in modo da non puntare il dito solo sui soliti noti.

Lo scopo non è di criminalizzare questo o quello, lo scopo è di sensibilizzare quelle persone che forse non si rendono conto di quanto, con la loro consuetudine eccessiva o abitudine, tolgono al necessario di altri.

Forse non tutti ancora sanno che in funzione dei nuovi alloggi costruiti in paese, a breve non avremmo più sufficienza idrica per le abitazioni, e questo colpirà tutti, non solo le nuove case.

Allora forse è bene iniziare a cercare di educare anche i cittadini, non solo gli amministratori.

Vado a farvi un piccolo elenco realizzato in un ordine casuale di luoghi e categorie a cui una tiratina di orecchie secondo me male non fa .

1 CANTIERI EDILI
Non è possibile che si debba assistere a rubinetti che vengono lasciati aperti in attesa che si riempia” il fusto di cantiere accanto alla betoniera”, il quale, se è vuoto, impiega un pò di tempo a riempirsi.’
“L’ omino” che apre il rubinetto, giustamente non vuole o non può sottrarre alla continuità del lavoro questo tempo morto.
Spesso il risultato è che si arriva a bagnare per decine di metri il terreno circostante , o a creare lungo la strada veri e propri rivoli di acqua corrente perché “l’omino” solito, dimenticatosi del rubinetto aperto o impiegato in un lavoro che non poteva lasciare, lo richiude dopo che il fusto trabocca ormai da tempo.
Questa operazione avviene molte volte al gg.

2 CANTIERI EDILI DUE.
Va da se che ci sono dei lavori , per es. muri di mattoni a faccia vista, dove dopo la muratura sia necessaria la lavatura.
Possibile che ciò debba essere fatto con il rubinetto aperto a tutta valvola?
Il risultato conseguito, negativo tra l’altro, è quello che per il reale scopo si impiega forse solo il 10% dell’acqua usata, il resto viene sprecato.
Badate bene queste operazioni durano ore

3 CANTIERI EDILI TRE.
Possibile che si debba bagnare per ore il terreno di riempimento riportato all’ interno dei muri dei giardini affinché questo si assesti onde evitare il successivo nuovo livellamento a lavori finiti? Ci sarà un modo diverso per ottenere lo stesso risultato.
Lo so da me, chi compra la casa ha bisogno di un lavoro ben fatto, però anche in questo caso sono ore ed ore di gomma aperta a tutta valvola con acqua potabile che va via, tonnellate di acqua .

4 GIARDINIERI
Cari giardinieri, mi rendo conto che il prato rurale per alcuni sia meno bello di quello all’inglese, ma quando installate gli impianti di irrigazione automatica vi siete mai presi la briga di avvertire i vs. committenti sul reale consumo degli stessi e sull’uso inappropriato in certi periodi?

5 GIARDINIERI PRIVATI (categoria molto ampia)
Cari privati giardinieri cittadini che avete il vs bel pratino, mi rendo conto che anche a voi il prato rurale _ quello che d’estate secca completamente ma che da ottobre a maggio è verde come gli altri e forse più bello perché ci nasce ogni tipo di fiorellino ed erbetta spontanea- non piace, ma non vi vergognate neanche un pochino a far accendere gli irrigatori alle due di notte perché nessuno vi veda sentendovi così apposto ( sai la storia dell’occhio che non vede….) ed annaffiare quanto necessario il vs. giardino perché sia sempre bello ed immacolato?
Cosa pensate che chi lo vede così perfetto sia uno sprovveduto o creda sia solo risultato del vs. menefreghismo sociale?
Magari se poi una sera manca l’ acqua per un guasto siete tra quelli che telefonano 5 volte agli incaricati per lamentarvi e che inveiscono contro gli amministratori (che io non voglio in questa occasione ne difendere ne accusare)

6 AZIENDE CON GIARDINI
Per voi vale tutto quello detto sopra, i vs. clienti apprezzano i vs. prodotti, non i vs. pratini verdi o i vs. fiori estivi.
Lo so che magari avete uno di quegli impianti programmati e non ci capite nulla su come intervenire nella modifica del programma e spesso gli irrigatori partono anche se non c’è ne bisogno e contro la vs. volontà, voi però per pigrizia non chiamate nemmeno chi potrebbe farlo.
Non è più moralmente possibile neanche per voi permettervi questo spreco .
Per favore provvedere!

7 AGRITURISMI
Bisogna dire che per voi la piscina è uno strumento necessario al lavoro, è chiaro che ha bisogno di acqua, anche se siete dispiaciuti nell’essere costretti ad usarla, per voi è una necessità.
La cosa che non capisco però è perché anche voi ne sprechiate tanta, forse siete gli unici dell’elenco che possono essere inseriti in tutte le categorie sopra menzionate, ma qualcuno di voi si ingegna e fa anche di più:
conosco chi nel nobile atto di integrare quella pubblica , avendo la fortuna di avere nel proprio territorio una fonte secolare, meta di cacciatori e cercatori di funghi ( posto poco accessibile ad altri), che butta come un rubinetto 1\2 aperto costantemente notte e giorno, abbia avuto la bella pensata di interrare 2 cisterne per il completo captaggio della stessa, installarci una pompa , ed inviarla al prato intorno alla piscina.
Non penserà questo signore che sta sconvolgendo così un equilibrio secolare, che quella fonte forse alimentava nella dispersione lungo il bosco altre piccole fonti, dava da bere agli animali?

8 NOI TUTTI IN GENERALE
Ci indigniamo del ns. vicino che annaffia il prato tutte le sere, ma se poi noi andiamo 10 volte in bagno tiriamo 10 volte lo sciacquone, a pieno scarico.
170 litri buttati via, quando con un poco di accortezza anche se non abbiamo uno sciacquone con doppio scarico, agendo con cautela sul bottone o catena possiamo far passare meno acqua , quella necessaria. Magari il ns. vicino fa la pipì contro un albero e non tira mai lo sciacquone, e così ci surclassa in risparmio anche se noi non abbiamo il pratino.Magari ci laviamo i denti e lasciamo sempre il rubinetto aperto, come quando laviamo la verdura, magari……..etc.etc, etc.
Io non dico di far seccare tutto, ma a volte basta poco più di un bicchiere, non un minuto di gomma aperta a diritto su ogni vaso

IN CONCLUSIONE
Per quanto ci si possa non credere, non facciamo abbastanza, chiacchieriamo troppo e facciamo poco.
C’è bisogno di più attenzione da parte di tutti, di usare anche questo blog che qualcuno ha avuto la bravura di regalarci per affrontare anche questi argomenti che non sono strettamente politici, non scriviamo di sola politica, rischiamo altrimenti di togliergli il suo potenziale popolare.
C’è bisogno di educare in senso lato quanta gente più possibile al rispetto ed al risparmio per tutto ciò che ci serve e ci è indispensabile per vivere.
Se continuiamo a credere nel ns. piccolo che queste siano cose che non ci riguardano, che siamo ininfluenti, che è sicuramente colpa degli altri, saremo nella sommatoria finale una delle principali cause dello spreco di risorse.

Daniele

Anonimo ha detto...

CONSIGLI DI LETTURA.

Siamo in un altro secolo, in un’altra epoca. E ci accorgiamo che la corrente della Storia sembra aver trascinato via, e portato a valle, insieme al ferro delle gabbie ideologiche l’argento vivo dei valori e dei pensieri profondi. Ed è un paradosso: proprio mentre potrebbe ritrovare, insieme alla libertà, tutta la sua bellezza, la politica è invece prigioniera dei tempi brevi, è appiattita sull’immediato. E’ come impoverita, smarrita. Ha perso il senso delle grandi visioni e vive, quotidianamente, del farsi e del disfarsi di veti e alleanze. Fa fatica a decidere ciò che i cittadini attendono o sperano, venendo meno, così, al suo compito. Perchè la decisione richiede delega e responsabilità. E’ una politica che finisce col preferire, per, autoconservazione, la fragilità di un sistema alla chiarezza e alla democrazia di una forza vissuta nell’equilibrio tra un potere di decisione e un potere di controllo. L’uno e l’altro affidati ad unico sovrano, in una democrazia: il popolo che vota. Così la politica si ritrae e finisce per scambiare miopia e presbiopia. Finisce per coltivare l’idea che il potere sia il fine e non il mezzo.

E’ prova di questo la dipendenza della politica moderna dai sondaggi, più essi si mostrano fallaci, più a essi ci si affida. Sono quei numeri a far sapere ai decisori politici cosa pensano i cittadini, come voteranno. Inariditi i rapporti diretti con una società mobile e complessa, ci si affida al valore mediatico di cifre fredde. La politica vera, il tempo lo ha dimostrato, è invece quella di chi sa trasmettere alla comunità il calore di una missione collettiva e sa far sempre prevalere l’interesse generale su ciò che i sondaggi indicano come la momentanea preferenza dei più. Non abbiate paura, verrebbe da dire. Non abbiate paura di dare il senso di un cammino, non abbiate paura dell’impopolarità di un giorno o di un mese, se fate ciò che ritenete giusto. La politica è “arte regia”, non è una disciplina di marketing. Conta essere, non apparire. Nella vita, non solo nella politica.

La politica non può essere solo immagine. Non può essere solo “far credere”, conquistare la curiosità delle persone per trasformarla in un consenso semplice, veloce, da prendere al volo e da mantenere quel tanto quanto basta per arrivare alla prossima scadenza elettorale. Gesti, volti, sorrisi sono parte assolutamente naturale di una politica moderna e senza più, giustamente, l’austera sacralità di un tempo. Ma non sono nulla senza senza idee, senza convinzioni, senza progetti. E’ la politica a non essere nulla, se si riduce a pensare ai minuti e non trova la pazienza di piantare alberi. Un albero impiega anni per crescere. Rende molto più tagliare quelli che ci sono, farne legna e rivenderli, senza preoccuparsi degli altri e del domani. Ma se cadono a precipizio gli ideali, se conta solo l’immediato, è facile che una persona, e soprattutto un giovane che si affaccia al mondo dica: quello che succede fuori non mi riguarda, e anche se mi interessasse con questa politica non avrei modo di far nulla. Tanto vale che mi occupi solo di me stesso, della mia vita privata, dei miei interessi.

Si tratta allora di scendere a valle e di mettersi a lavoro per separare pazientemente ideologia e valori, le cose che possono restare lì, come sedimento del tempo e quelle che invece devono essere riportate in alto, in superficie, perchè sono preziose, perchè servono a ritrovare la strada. Tra queste cose, c’è l’esempio di grandi uomini che di piantare alberi hanno avuto l’amore e la pazienza. A volte sapendo che alla loro ombra non si sarebbero mai potuti sedere. (…)

(…) La politica è questo. Il suo cuore, la sua bellezza, è qui. E’ dare un senso al presente pensando al futuro. E’ pensare a se stessi in relazione agli altri. La politica si fonda sul dato di fatto della pluralità degli uomini. Nasce quando l’uomo esce dal buio della sua singolarità, del suo privato ed è messo di fronte alla presenza degli altri. Nasce quando la preoccupazione per la vita individuale è sostituita dall’amore per il mondo comune. La politica, dunque, è comunanza tra diversi. E’ condivisione di idee e progetti che possono cambiare le cose e, a volte, fare la Storia…

Tratto dal libro “Che cos’è la politica?” di Walter Veltroni.

Cosa ne pensate?

firmato

FRANCESCA.

Anonimo ha detto...

Mentre leggevo questo libro, in spiaggia, mi veniva da sorridere e pensavo a Lanuvio, esempio lampante di politica scadente, incomunicabilità, assenza di punti di riferimento e valori…..
Comunque c’è qualcuno che può suggerirmi libri sull’argomento con concetti chiari e lettura scorrevole?
Grazie.

FRANCESCA.

Anonimo ha detto...

Cara FRANCESCA io riguardo ai suggerimenti sull'argomento posso dirti che un buon libro tale da proporre un'analisi molto attenta di quanto avviene nella nostra vita contemporanea in riferimento ai nostri politici sempre piu' leggittimati pronti ad indebolire e dissanguare lo stato con i loro grandi e perenni privilegi;
Il libro e'“La casta” spiega -come i politici italiani sono diventati intoccabili-
scritto da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo.
Un libro corrosivo e documentatissimo che spiega come la classe dirigente del Paese sia diventata una casta di intoccabili, pronti a sguazzare negli sprechi e nei privilegi delle principali istituzioni statali e delle amministrazioni locali e degli inutili enti. Racconta il business siciliano delle cliniche private e gli appalti per lo smaltimento delle scorie nucleari russe, le scandalose rendite di posizione dei sedicenti rappresentanti dei pensionati e delle casalinghe e l’indecente e matematico riciclaggio dei trombati alle elezioni. Senza guardare in faccia a nessuno, Stella e Rizzo vogliono suscitare quella sana indignazione da cui dovrebbe nascere la necessaria ribellione dei cittadini. Purtroppo il problema della politica che non funziona non è solo locale ma anzi i problemi più grossi sono nazionali e purtroppo al momento non si vede nessuna via d’uscita, ne a destra, ne a sinistra visto che quando si tratta di difendere i privilegi sono molto bipartisan.

ANDREA.

Anonimo ha detto...

Piccole cose

Devo dire che la domanda aperta “Cosa sogni per LANUVIO?” è un foglio bianco troppo grande, troppo importante, che dà quasi soggezione a iniziare.

C’è da dire però che quello che ci scriveremo è cancellabile, modificabile, sviluppabile. Come un disegno che viene fuori tratto per tratto, come una statua che nasce scalpellata dopo scalpellata, come un vaso che si modella sotto le mani dell’artigiano.

Io direi di focalizzare quelli che sono i punti guida, i principi ispiratori, i traguardi. “Dove vogliamo andare?”

E una volta fissati i giusti principi ispiratori e i traguardi da raggiungere partire dalle piccole cose.

Io dico dove vorrei andare.

Io vorrei un Comune a cinque stelle, come ha coniato Grillo. Lui ha indicato le sue direzioni, io indico le mie.

Vorrei un Comune avanti, veramente avanti. Vorrei che LANUVIO fosse in testa e non in coda.

Il Comune che vorrei dovrebbe mirare a semplificare la vita delle persone. A migliorare la vita delle persone. A offrire di più di sostanziale e rendere il vivere a LANUVIO migliore che vivere altrove.

Aiutare le persone a pagare meno di bolletta energetica, sviluppando nel pubblico e nel privato forme di risparmio energetico. Sviluppando di più l’ecoedilizia… case ad alto risparmio energetico nella coibentazione con certificazione termografica… case che nascono progettate per la simbiosi con impianti fotovoltaici o eolici … case che per il condizionamento estivo usano il caldo del sole… un Comune che produce energia invece che consumarla.

Aiutare le persone a pagare meno di bolletta telefonica, incentivando l’uso pubblico e privato di connessioni Voip, che usano la rete a costi molto più ridotti. Ma aumentare la connessione alla rete. La tecnologia Wimax militare che sta diventando pubblica permette di avere connessione wireless (senza fili) con una sola antenna nel raggio di 50 km. Con un solo impianto in tutto il Circondario ognuno di noi potrebbe connettersi a internet con un portatile anche mentre è su una panchina in piazza o in treno. Comunicare di più e spendere meno.

Aiutare le persone a pagare meno di rifiuti, differenziando di più, ma in modo semplice e poco faticoso… e spendendo meno.

Aiutare le persone a spostarsi più facilmente nel capoluogo e verso gli altri comuni. I nostri pendolari passano molta più parte della loro vita su un veicolo di quelli degli altri Comuni. Perché siamo in coda e abbiamo anche un servizio di trasporti che è in coda.Un servizio piu' veloce avrebbe impatti e benefici sullo sviluppo sociale ed economico di tutto il comune. Comodità. Ricchezza maggiormente ridistribuita sul territorio, invece che dispersa sempre altrove.

Aiutare le persone a perdere meno tempo nei loro spostamenti. È una parte di vita che non si tiene mai in considerazione. I Comuni vicini non si spostano ma sono sempre più lontani.

Crescere. Arrivare ad avere anche piu' abitanti ma con equilibrio e con giudizio.

Avere i servizi essenziali avanti. Avere una scuola avanti. Una scuola dove c’è un computer per alunno oltre al sapone nel bagno… dove sia un piacere e un orgoglio andarci. Non è solo Velletri che dovrebbe avere Licei e Istituti. Dove sia la sostanza e non l’apparenza che conta. Dove un prefabbricato se “universitario” è meglio di un bel villino ristrutturato se “fantozziano”.

Sviluppare l’economia complessiva del paese.

Potenziare ancora di più il turismo ma con equilibrio e onestà, senza dipingersi “O come siamo belli, o come siamo bravi” anche quando le cartucce sparate sono ormai a salve.

Ma potenziare tutta l’economia del paese. Perché se a LANUVIO non ci sono sufficienti sbocchi occupazionali per eventuali inserimenti dei nostri giovani e nessuna azienda produttiva si sogna di mettere piede nelc nostro comune un motivo c'e. E vorrei che quel motivo sparisse… E se si aiuta l’economia a crescere non si fa solo un favore alle imprese, dimenticate, ma anche alle persone… che hanno nel loro comune un’offerta più ampia e migliore

Ci sono tanti modi di semplificare la vita alle persone quando si usa l’atteggiamento giusto.

Ci sono grandi cose e piccole cose…

Ne voglio dire una piccola piccola… aiutare le persone a pagare meno multe. Perché l’atteggiamento giusto non è quello di schierarsi dietro l’ “educazione del cittadino (minuscolo) a rispettare le regole” ma quello di “aiutare il Cittadino nella sua vita di tutti i giorni”.

Mi ricollego ai servizi telematici introdotti da molti altri comuni.…

Nei Comuni in cui bisogna levarsi di cappello il Cittadino si connette al sito del Comune, si registra scegliendo la strada dove abita, e il giorno prima della pulizia strade gli arriva un sms sul cellulare che gli ricorda (eh sì… le cose da ricordare sono tante) che il giorno dopo non parcheggi la macchina in quella via.

Che ne dite, questo è lo spirito giusto?


FRANCESCO.

Anonimo ha detto...

X CHI VUOL CAPIRE CAPISCA:

Ho speso dunque un po' di tempo nella lettura dei commenti e quello che ne ho tratto � l'evidente specchio di una societ� drammatica. In primo luogo, malgrado la notizia possa essere definita "cospirazionista" ci sono persone che la accettano di buon grado solo perch� la ha detta il comico. Se la stessa notizia fosse stata letta su questo blog, la maggioranza delle persone l'avrebbe sdegnosamente cestinata. Un'altra parte delle persone, non credono nemmeno a grillo. Nella pi� becera ignoranza si cullano nella loro illusione di un mondo perfetto dove realmente loro possono decidere qualcosa, QUADO � OVVIO CHE NON � AFFATTO COSI. La terza parte delle persone, vuole saperne di pi�. Una volta assaggiato il frutto della Verit� ne vuole ancora e quelle poche informazioni che il post da non sono abbastanza.

Cos� ho capito il perch� del post. Se lo leggete attentamente, noterete che di fatto non dice nulla.
NASCE..........E............MOR�

Anonimo ha detto...

Sospesi in un limbo di silenzio
inumano rotto dal vortice verbale
che penetra sotto la pelle e fa male
ma e� giunto il tuo momento
non stare a guardare dai,
urla a squarciagola
dai potere alla parola
per� tu e quelli che ti porti dietro non dite "cazzate"
e spera che parlino bene di te.....

Sfortunatamente, le cose che hanno caratterizzato il comune di lanuvio sono del passato.

ATTENDER� IL MOMENTO OPPORTUNO (PER TUTTI)

firma
BEACH-VOLLEY

Anonimo ha detto...

CHI SA,SA
Nella vita.."


Non accontentatevi mai di persone che nn vi danno quello che volete, che non vi fanno provare chissa che, o che al contrario vi portano solo dispiacere, che vi fanno soffrire, che vi tengono buone solo per quando gli servite, che vi illudono sapendo che anche piccoli gesti possono essere da voi interpretati come interesse, che nascondono le proprie responsabilit� sotto dubbi, confunsione e altre stronzate, che tentano di giustificarsi nei modi piu assurdi sapendo che tanto voi siete l�.

Siate ambiziosi, non ancoratevi e passate al prossimo, e poi ancora e ancora.

Un prossimo (migliore) c � sempre.

BISOGNA PRETENDERE DI PIU PER SE STESSI


il tempo passa..non fate le pecore a vita!!!!!!!!!

PECOR�������������

Anonimo ha detto...

Ho l’ impressione che il mio commento precedente sia stato leggermente travisato… Mi spiego meglio. Qua a Lanuvio il malcontento si taglia a fette, tutti hanno almeno un motivo per essere arrabbiati con l’ attuale amministrazione. In poche parole questo paesino si è trasformato in una polveriera pronta ad esplodere!! Allora accendiamola la miccia e facciamoli saltare in aria insieme a tutte le loro bugie!!! Come possiamo fare a accendere la miccia? Secondo me dobbiamo farci sentire ancora di più, tramite questo blog e operazioni di volantinaggio. Dobbiamo informare tutti i cittadini, anche quelli che non leggono il blog, sulle questioni che riguardano l’ amministrazione… Quando la verità iniziera' a circolare ne vedremo veramente delle belle!!!.

Tuo Robespierre

Anonimo ha detto...

Sono capitato per "caso", il fatto di ricominciare sinceramente lasciatelo ad A. Pappalardo, ma ricominciare cosa?, permettetemi: non avete mai iniziato nulla, continuate con citazioni, poesie, ecc,condivido l'iniziativa di accendere la miccia, ma la miccia vera non quella sritta,ma quella fatta di occupazione ,di manifestazioni di piazza,insomma quella che solo la vera Sinistra sapeva organizzarla. Si dico la vera SINISTRA perchè quella attuale di oggi è ormai morta, e per riprendere quache vostra citazione, G. Gaber "La mia generazione ha Perso".Invece la mia personalmente vuole vincere, e allora date una data prima che qualcuno ci anticipi( vedi An il 13 0tt.)
Uno che ancora ci crede:

Anonimo ha detto...

Vorrei fare i miei personali complimenti ad Andrea e a tutti i bloggisti.Anche se i vari commenti inviati hanno destato scalpore è perché strumenti come questo sono incontrollabili da chi invece vorrebbe controllare tutto.
D’altra parte questo blog non mi sembra affatto lesivo della dignità di nessuno, né diffamante. Pertanto è un mezzo più che legittimo ed un buon esempio di quella democrazia di cui spesso ci si riempie la bocca solo per mettere un bel vestito a quella che in fondo è una OLIgarghia di chi non rappresenta la maggioranza dei cittadini!
Per questo ancora complimenti e continuate così. Chi ha paura delle opinioni non ha diritto a rappresentarle.
Spero che questo strumento possa servire soprattutto a chi non si sente veramente libero quando deve mettere una croce su un nome o su un simbolo.


Vedete…sentite…parlate e … moltiplicate!!!!!!

Anonimo ha detto...

No, non ho travisato niente.

Che il malcontento si tagli a fette lo so, tra tutti. Anche chi è stato “fedele alla patria” del partito si è rotto. Si è reso conto, anche i vecchi compagni di una certa età, che il muro di Berlino è caduto anche qui. E con lui quel modo di fare politica. Sono rimasti quattro gatti che cercano di tappare le falle di un sistema che non regge più e che mantiene in vita i privilegi di una casta.

Perché anche qui abbiamo una casta. Ma di questo ne riparleremo. Ci arriveremo, stai tranquillo.

Come accenderla QUESTA MICCIA?
Facendole sapere tutte. E sono intenzionato a dirle tutte. E non ci sono problemi sai? Perché la gente non si sta chiudendo a riccio, ma si sta aprendo come un fiore. La gente ne ha le palle piene.

E chi sta in quel modo di pensare e di agire è fuori. È defunto.

Il futuro è solo per chi sta di qua, in un modo diverso di pensare e amministrare. Dove il sistema dei partiti non c’è più. Nelle amministrazioni piccole i partiti sono giurassici.

C’è da amministrare, e basta. Una strada non è né di destra né di sinistra. Una scuola che manca pure. Non mi far continuare se no viene fuori un post futuro…

Quindi lo strumento è questo blog. E tutti gli altri che già esistono e quelli che esisteranno.


Il resto sta a noi. Vedrai che quando si sapranno tutte la polveriera esploderà da sola. Se questo è il destino che ci vuoi fare, pazienza… Ti vuoi opporre a questo destino? Io no.


Una piccola pulce

Anonimo ha detto...

Gentilissima Signora mi trova perfettamente daccordo un altra volta!! Vivo a LANUVIO e mi creda, vedo benissimo le cose a cui Lei allude. L’ appoggio alla grande se dice che siamo amministrati da fascisti travestiti (persecuzioni ne ho viste anche qui), che parlano solo di ciò che va bene nell’ intento di farci credere di vivere nel “paese dei campanelli”. Non credo tuttavia di vivere tra i lustrini che vivono solo nelle menzogne di chi ci amministra… Mi perdoni ma non avevo colto l’ acume della sua provocazione. Distinti Saluti

Ghost

Anonimo ha detto...

Mi fa davvero piacere che il mio pensiero parlandone sia stato così ben compreso in tanta parte. Grazie anche della bella favola che non conoscevo, e che mi induce anche a qualche riflessione ulteriore.

Personalmente non ho mai ritenuto i bombardamenti, anche quelli più intelligenti, un buon metodo per risolvere i problemi… Chi prende le ali e si libra in alto perde immancabilmente la possibilità di stare a contatto con le cose… Non c’è purtroppo un punto di vista privilegiato: a terra si rischia di non vedere il paesaggio, in aria le differenze … Può una farfalla guerriera in cielo distinguere un verme da un bruco in terra? Il problema vero è librarsi in volo per poi poter tornare a terra più saldi nei propri obbiettivi e con una visione più chiara del mondo nei propri occhi.

Per separare il grano dal loglio… più che le bombe ci vuole il fioretto.

Per tornare alla “fine del mondo”… In ogni periodo di crisi , e questo ne è palesemente uno, affidarsi ad un Salvatore, ad un Messia, che venga da fuori e salvi il modo è del tutto naturale. E’ stato così per De Gaulle nella Francia del dopoguerra, che per Hitler nella repubblica di Weimar. Questo per dire che il presunto salvatore non è detto che sia buono e tanto meno che salvi la patria alla fine.
E’ la società nel suo insieme che deve trovare la via per la propria salvezza, partendo da noi stessi certo, ma non solo partendo.

“Sentinella. A che punto è la notte?”
La sentinella risponde: «Viene il mattino, ma è ancora notte.”


IL VENERABILE

Anonimo ha detto...

PER IL VENERABILE





Grazie dell’apprezzamento. Le farfalle guerriere era solo un modo per dire di non limitarsi.

Non limitarsi a raggiungere una consapevolezza e a trasmetterla agli altri. Che è una parte della metafora di Cleonice.

Non limitarsi a raggiungere una visione più generale delle cose, semplicemente volando. C’è bisogno di vedersi dall’esterno, entrando nei punti di vista dell’altro. C’è bisogno di vedere le cose dall’alto e avere un quadro generale di cosa ti sta intorno.

Ma c’è bisogno di azione e non solo di parola. E qui sono un capellino più bellicoso di Cleonice.

Raggiungere un’alta visione del mondo e come un piccolo saggio ritirarsi sulla cima del mondo non può bastare. Può bastare a se stessi, ma non a far cambiare lo stato delle cose.

Sà che il fioretto mi piace, signor/a VENERABILE? È un’arma precisa, è un’arma che punge… che può anche ferire… che può essere anche mortale.

E il fioretto può essere qualunque cosa… l’ironia… il ridicolo… una risata… una denuncia… un’azione di massa… una pomodorata d’amore…

E poi fa molto Robespierre, non trova? Sa che ascoltare il nostro inno non mi ha mai dato emozioni, ma ascoltare La Marsigliese mi ha sempre fatto venire i brividi?

L’inno di gente che ha detto: “La misura è colma!” … “La decisione è presa.”

“Sentinella. A che punto è la notte?”
La sentinella risponde: “Viene il mattino, ma è ancora notte.”

La sua frase andrebbe scolpita. Mi piace molto la parte del bicchiere mezzo pieno.

È ancora notte, ma non siamo affatto incerti se il mattino verrà… il mattino verrà… oh, se verrà.


GRANDE ANDREA

Anonimo ha detto...

AFORISMI

Stimati tu, prima di cercare stima negli occhi degli altri, e vedrai che quando il tuo specchio ti rimanderà l’immagine che cerchi, il mondo ti vedrà attraverso i tuoi stessi occhi.

L’uomo che osserva, sia arguto nel riconoscere l’essere evoluto da colui che non lo è, e laddove colga l’inevitabile differenza, pesi il senso delle sue parole.
Non è remoto il caso, in cui il parlar è solo spreco di fiato, perché nel dire, taluni interlocutori sono dotati solo di parola ma non di ascolto, tal altri delegano alle mani il loro dire, altri ancora, e quelli sono i più infidi, fingono d’ascoltar parola per poi scagliarti contro la più sorda delle risposte.

Saggio è l’uomo che ha patito il dolore del non vivere.
Arido è l’uomo che ha patito il dolore del non vivere.
Il dolore non consacra alla vita l’uomo, ma traccia la via ed illumina l’orizzonte. Libero è chi intraprende questo sentiero.

Cleonice.

Anonimo ha detto...

L’ auto dei sogni

Auto ad aria

Vi giro questo articolo che mi ha passato un amica con preghiera di massima diffusione, spero che anche voi contribuiate a tal fine. Daniele

L’auto ad aria è… volata via
Eolo, la vettura che avrebbe fatto a meno della benzina è stata fatta sparire. Perché?
VIVIAMO IN UN MONDO DOVE CI VOGLIONO FAR CREDERE CHE IL PETROLIO E’ IMPORTANTE QUANTO L’ACQUA! Guy Negre, ingegnere progettista di motori per Formula 1, che ha lavorato alla Williams per diversi anni, nel 2001 presentava al Motorshow di Bologna una macchina rivoluzionaria: la “Eolo” (questo il nome originario dato al modello), era una vettura con motore ad aria compressa, costruita interamente in alluminio tubolare,fibra di canapa e resina, leggerissima ed ultraresistente.

Capace di fare 100 Km con 0,77 euro, poteva raggiungere una velocità di110 Km/h e funzionare per più di 10 ore consecutive nell’uso urbano.
Allo scarico usciva solo aria, ad una temperatura di circa -20°, che veniva utilizzata d’estate per l’impianto di condizionamento.
Collegando Eolo ad una normale presa di corrente, nel giro di circa 6 ore il compressore presente all’interno dell’auto riempiva le bombole di aria compressa, che veniva utilizzata poi per il suo funzionamento.
Non essendoci camera di scoppio né sollecitazioni termiche o meccaniche la manutenzione era praticamente nulla, paragonabile a quella di una bicicletta. Il prezzo al pubblico doveva essere di circa 18 milioni delle vecchie lire, nel suo allestimento più semplice. Qualcuno l’ha mai vista in Tv?Al Motorshow fece un grande scalpore, tanto che il sito www.eoloauto.it venne subissato di richieste di prenotazione: chi vi scrive fu uno dei tanti a mettersi in lista d’attesa, lo stabilimento era in costruzione, la produzione doveva partire all’inizio del 2002: si trattava di pazientare ancora pochi mesi per essere finalmente liberi dalla schiavitù della benzina, dai rincari continui, dalla puzza insopportabile, dalla sporcizia, dai costi di manutenzione, da tutto un sistema interamente basato sull’autodistruzione di tutti per il profitto di pochi. Insomma l’attesa era grande, tutto sembrava essere pronto, eppure stranamente da un certo momento in poi non si hanno più notizie.Il sito scompare, tanto che ancora oggi l’indirizzo www.eoloauto.it risulta essere in vendita. Questa vettura rivoluzionaria, che, senza aspettare 20 anni per l’idrogeno (che costerà alla fine quanto la benzina e ce lo venderanno sempre le stesse compagnie) avrebbe risolto OGGI un sacco di problemi, scompare senza lasciare traccia.
A dire il vero una traccia la lascia, e nemmeno tanto piccola: la traccia è nella testa di tutte le persone che hanno visto, hanno passato parola,hanno usato Internet per far circolare informazioni.Tant’è che anche oggi, se scrivete su Google la parola “Eolo”, nella prima pagina dei risultati trovate diversi riferimenti a questa strana storia.Come stanno oggi le cose, previsioni ed approfondimenti. Il progettista di questo motore rivoluzionario ha stranamente la bocca cucita, quando gli si chiede il perché di questi ritardi continui. I 90 dipendenti assunti in Italia dallo stabilimento produttivo sono attualmente in cassa integrazione senza aver mai costruito neanche un’auto.
I dirigenti di Eolo Auto Italia rimandano l’inizio della produzione a data da destinarsi, di anno in anno.

Quali considerazioni si possono fare su questa deprimente vicenda? Certamente viene da pensare che le gigantesche corporazioni del petrolio non vogliano un mezzo che renda gli uomini indipendenti.

La benzina oggi, l’idrogeno domani, sono comunque entrambi guinzagli molto ben progettati.
Una macchina che non abbia quasi bisogno di tagliandi nè di cambi olio,che sia semplice e fatta per durare e che consumi soltanto energia elettrica, non fa guadagnare abbastanza. Quindi deve essere eliminata, nascosta insieme a chissà cos’altro in quei cassetti di cui parlava Beppe Grillo tanti anni fa, nelle scrivanie di qualche ragioniere della Fiat o della Esso, dove non possa far danno ed intaccare la grossa torta che fa grufolare di gioia le grandi compagnie del petrolio e le case costruttrici, senza che “l’informazione” ufficiale dica mai nulla, presa com’è a scodinzolare mentre divora le briciole sotto al tavolo….

invece delle inutili catene di S. Antonio, facciamo girare queste informazioni!!!
LA GENTE DEVE SAPERE!!!!!!!

Daniele

Anonimo ha detto...

Un tavolo di sinistra, anzi una sinistra da tavolo

Durante la noia agostana ho studiato. Mi sono rifatto dai testi sacri del comunismo storico (Marx, Engels, Dietzgen, Lafargue, Labriola, Bernstein, Bauer, Sorel) e di quello martirizzato (Luxemburg, Gramsci), senza escludere i padri del comunismo critico (Lukàcs, Korsch, Trotzkij, Bucharin, Mao) e di quello occidentale (Horkheimer, Adorno, Fromm, Marcuse, Althusser).

Poi ho ripassato gli scritti degli esponenti del secondo dopoguerra (Longo, Berlinguer) senza dimenticare gli autori più o meno radiati che tanto hanno dato alla diffusione delle idee egualitarie nella società civile (Pasolini, Moravia, Rossanda). Insomma ho letto molto e ho finalmente capito dove i nostri esponenti locali di sinistra (che suppongo abbiano in pratica tali autori) trovino la forza e l’ispirazione per la loro pratica amministrativa. Lo giudico dai fatti e dai motti usati, con tanto di scrittura cosiddetta “sbarrata”, inventata nientemeno che durante la contestazione della fine anni ’70 dagli untorelli bolognesi. Untorelli. Io c’ero quando il sindaco di Bologna Zangheri ci dette di untorelli, dimostrando notevole cultura, ma anche una grande cecità storica. Beh, oggi i successori di quel sindaco fanno uso di quella scrittura sbarrata della Festa dell’Unità , dal sapore misticamente amministrativo: pratica/mente. Loro, così pratici. Io, invece, finora, immerso in altri pensieri, disgraziata/mente.

Davanti alla loro praticità mi sono con/torto e com/mosso. E ho elaborato la via. Oddio, non proprio LA via, diciamo una via; possibile perché alternativa, perchè praticabile, perché in grado di mettere d’accordo tutti. E vi do la ricetta.

Per quattro persone.

Si inizia preparando una bella pomarola con pomodori freschi e tanto basilico. Poi, si preparano delle polpettine con gli ingredienti classici, grandi quanto una noce. A seguire si porta quasi a cottura circa 300 g di riso, arborio o violone, e nel frattempo si assodano tre uova. Quando il riso è pronto, si scola, si mette in un recipiente capiente e si aggiunge la pomarola e una mozzarella tagliata a pezzettini; si rimescola il tutto con cura per non fare una farinata. Sale quanto si ritiene necessario, ma è meglio domandare prima a tutti per non fare scontenti; e poi c’è chi ha la pressione alta. Si prende poi una terrina e la unge bene con del burro, si mette uno strato di composto di riso e vi si affogano le polpettine e pezzi di uova sode; poi si copre con il restante composto di riso. Alla superficie si fanno un po’ di giri con olio extravergine di oliva (extravergine, mi raccomando, per i nostri agricoltori), si spolvera con farina di granturco o pan grattato, si gratta tanto bel parmigiano e si mette in forno a 180 gradi per una mezz’ora. E poi si mangia, e ci si beve sopra del vino bello tannico (non quello dei tanti agriturismi che ci sono da noi perché non lo fanno, prendetene un altro, di qualcuno che lo sappia fare). Se ci sono astemi, dalle nostre parti visti come esseri inferiori, li lasceremo bere cosa vogliono, ma non sanno cosa sia la vita.

Se le polpette sono di carne, a Napoli lo chiamano sartù di riso; quelle di soia rappresentano una variante per tirar dentro anche i vegetariani, oggi in sempre più preoccupante ascesa. Certo che se si presenta un vegetariano astemio, magari trasferitosi da Firenze da due o tre anni, quello lo si manda a fan….

Non avete riso/riso!? O ditemi voi, fra wurstel, champagne, polpette del sindaco e soldi buttati per falsi agriturismi (nel senso che sono tutto fuorché agri) cosa cogitano di più i nostri amministratori?

Questa è la nuova via, che costa anche meno di una gita A cuba Sicilia o a Roma o a fare figure talmente cacine a Teleobbiettivo da non essere nemmeno ritenuti decenti per andare in video. Meglio una magnifica figura sempre in video a far polpette. E il bello è che fino a che fanno polpette e bevono champagne fanno anche poco danno; peggio quando non mangiano e bevono, se tutto va bene raddoppiano i volumi edificabili al primo che passa (tanto poi quando si è bevuto mica ci si ricorda cosa è successo)

Meglio la nuova via, uovo so/do, polpe/e/te, agri/turismo, amministra/tori, ammini/stra-tori, comunica/tori, mangia/tori. La nuova via, via da qui.

Giuseppe


____________________________________________________________________________________________

Anonimo ha detto...

NON ABBIATE TIMORE A SCRIVERE



Non abbiate timore a scrivere.

So cosa provate. Non lo avete mai fatto? Basta cominciare…

Avete timore di cosa dire? Mi immagino i vostri pensieri… “Guarda quello come parla… è preparato… è una persona di cultura… io che dico?… devo dire almeno qualcosa di intelligente… che figura ci faccio?… mi vergogno…”. Succede a tutti…

Non siate timidi, dite quello che pensate.

Capisco che dopo dei commenti molto magistrali fatti da alcuni... qualcuno si senta un po’ in soggezione a commentare ma… voi siate voi stessi.

E se non sapete qualcosa, chiedete. Chiedere quello che non si sa è da curiosi e intelligenti. È mascherare quello che non si sa che non lo è.


Anonimo

Anonimo ha detto...

cari LANUVINI quanto vi capisco!!!!!!!! Queste sono le cose vergognose che accadono in ogni comune in cui si mettono a sedere al solito tavolo sempre gli stessi da tanto tanto tempo. Mi dispiace davvero per voi, che considero cugini, anche perchè ho alcuni tra i miei più cari amici a LANUVIO; capisco i vostri problemi di mancanza di libertà di espressione; immagino che se una bandiera provi a sventolare controvento venga subito abbassata… se in un paese delle vostre dimensioni accade ciò che accade con i politici, immaginate quello che succede in una cittadina più grande???? Quanto vi capisco!!!! Tenete duro e quando c’ è qualcosa che non va fatelo sapere, per voi che siete “pochi” è più facile sensibilizzare la gente, non esitate a farlo!!!! La verità si nasconde, ma non si ammazza!!!!
In bocca al lupo,

IL CUGINO

Anonimo ha detto...

Ieri sentendo il comizio alla festa dell'unità mi viene in mente una preghiera:
oh!Signore fa di me un istrumento della tua pace:dove è odio,fa ch'io porti Luciano.
Dove è offesa,ch'io porti Dianora.
Dove è discordia,ch'io porti l'unione.
Dove è dubbio,ch'io porti MEPI.
Dove è ERRORE,ch'io porti Leoni.
Dove è disperazione ch'io porti il torneo di beac volley.
Dove è tristezza, ch'io porti salsicce.
Dove sono le tenebre,che ci portassero quelli della lista civica (tranne quelli de frappelli che sono amici)
Oh!Maestro (Rossano),fa ch'io non cerchi tanto:ad essere consolato,quanto a consolare.
Ad essere compreso,quanto a comprendere. Ad essere amato,quanto ad amare.
POICHè:
Si è dando, che si riceve:
perdonando che siè perdonati:
passando con l'ulivo no con l'unione no con il pd no aaaaa con i DS, che avrai vita eterna........
hahahahhahahahahahh
(vergognatevi)

UN BEL CITTADINO

Anonimo ha detto...

NUOVA ALBA

Vivi il presente… e basta!
Non vivere il passato,
vivi il presente
perchè ogni attimo che passa
è unico ed irripetibile

Cerca tutti i giorni di rendere
ogni istante immortale

Vivi il presente
e non preoccuparti del domani

Vivi nel presente,
dimentica il passato,
e non temere il futuro,
perché il futuro
non esiste e mai esisterà

C’è soltanto il momento presente
Ora vivi il presente,
vivi la tua vita
giorno dopo giorno
e non guardarti alle spalle

Vivi il presente
con il vuoto nella mente
non guardare il tuo passato
non vedere il tuo futuro

Non pensare al passato
che può farti soffrire,
non correre per arrivare
al futuro che non conosci,
ma vivi il presente
e fai in modo che sia
bello da ricordare
Vivi il presente… e basta!

Oggi è un giorno speciale

Ti svegli una mattina
guardi fuori dalla finestra
è una bella giornata, c’è il sole
Oggi le cose dovranno andare
sicuramente bene
Fai una piccola colazione
ti lavi, ti vesti
Inizi una nuova giornata
Non pensare cosa
è successo ieri,
non pensare cosa
dovrai fare domani
Oggi è un giorno speciale
Vivi il presente,
ogni minuto, ogni gesto
vivilo intensamente
ne celerai il piacevole ricordo
in un angolo nascosto
del tuo cuore
Ricorda, non ti dimenticare
Vivi il presente


ANONIMO

Anonimo ha detto...

MA CHI E'? L' UMILE




Ma chi è “Umile”

Umile è l’ignorante,

ma quando sa di esserlo.

Umile e’ lo scienziato,

se non fa della scienza

un’arma per offendere

chi scienziato non è.

Umile è il Capitale,

che di tutto è padrone,

se sa che sol dell’uomo

non sarà mai signore.

Umile è la bellissima

donna dei sogni tuoi

che pur sapendo i palpiti

del tuo, verso il suo, cuore

e non corrispondendovi

non evita il saluto

e di un sorriso è prodiga

quando per via la incroci.

Umile è chi non urla

quando è sua la ragione

e non per esser pavido

ma proprio perché sa

che quello che gli spetta

prima o dopo verrà

Umile è chi rinuncia

a usar l’imperativo

e preferisce invece

un verbo “riflessivo”

Umile vorrei essere

ma…..non ho questa virtù

almeno sino ad oggi

e penso ..ormai …mai più.


ANONIMO


______________________

Anonimo ha detto...

UMILMENTE FALSO



Umilmente …..falso

Entrate, vi prego,

accomodatevi pure

mi faccio da parte

per voi.

Prego,.. sono il vostro

Umile servo.

Nessuno più di me

può capirvi.

Vi prego dite.

Sempre a vostra disposizione

Io valgo così poco

a vostro confronto

Entrate la mia umile casa e’ vostra

Pendo dalle vostre labbra

Ditemi cosa devo fare

o…..continuo a strisciare


ANONIMO

Anonimo ha detto...

Ho il sospetto che l’Italia non esista. Che sia, come disse Metternich, un’espressione geografica. Un vestito di Arlecchino su una penisola di popoli e culture diverse tra loro. Una camicia di forza che tiene insieme un Paese riconosciuto dall’Onu, ma sconfessato ogni giorno dai suoi abitanti. Ho il sospetto che da questo sogno, o incubo, ad occhi aperti nascano tutti i nostri problemi. Il comunismo sovietico scrisse i libri di storia per gli studenti polacchi, cechi e lettoni, georgiani e ucraini. Lo stesso fecero il nazismo con i tedeschi, il franchismo con gli spagnoli, il fascismo con gli italiani. Libro di testo, verità di Stato, anche ora, nelle nostre scuole.
Il Risorgimento è stato un errore storico? Forse no, ma vogliamo cominciare a parlarne dopo quasi 150 anni? I Borbone erano regnanti legittimi. Napoli una delle più fiorenti capitali d’Europa. Francesco II amato dai suoi sudditi e la mafia quasi inesistente. Qualcuno ancora crede che i Savoia abbiano liberato le plebi meridionali? L’emigrazione verso le Americhe di milioni di persone dal Veneto e dal sud Italia fu la diretta conseguenza della politica economica dei Savoia. Due guerre mondiali intervallate da guerre di conquista un po’ ovunque in Africa e nel Mediterraneo. Il fascismo. Le mafie. La partitocrazia. Nel 1861 la lingua italiana non la parlava quasi nessuno. Fu imposta per legge. Culture millenarie furono distrutte. Ne valeva la pena? Forse, ma qualcuno dovrebbe spiegarci delle decine di migliaia di meridionali chiamati briganti per poterli ammazzare con la giustificazione. Dei plebisciti all’annessione fatti con quattro gatti. Dell’occupazione di Stati indipendenti da secoli.
Per stare insieme ci vogliono dei buoni motivi anche tra marito e moglie, tra Stati, perchè l’Italia è una somma di ex Stati, ancora di più. Le guerre d’indipendenza le hanno vinte le truppe di Napoleone III, la prima guerra mondiale gli Alleati, l’ultima guerra è invece finita pari. L’abbiamo vinta e anche persa, dipende a che partito politico si appartiene. Dal 1945 la nostra politica estera è fatta dalle truppe americane presenti in Italia.
Siamo un Paese? Su quali basi storiche, sociali, culturali? Abbiamo paura di guardarci allo specchio. Sono bastati quattro mona saliti sul campanile di san Marco a spaventare lo Stato. Leggete i libri di storia delle elementari e delle medie dei vostri figli. Troverete la celebrazione del Risorgimento, i Padri della Patria, ma dell’Italia non troverete traccia.

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Anonimo ha detto...

AFORISMI SULLA VITA





«Dormivo e sognavo che la vita era gioia;

mi svegliai e vidi che la vita era servizio.

Volli servire e vidi che servire era gioia»

(R. Tagore)





«Cogli ogni opportunità che la vita ti dà, perché,

se te la lasci sfuggire ci vorrà molto tempo

prima che si ripresenti.»

(P. Coelho)





«Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno.

Insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.»

(Proverbio Cinese)





«Quello che sei parla tanto forte che non riesco a sentire cosa dici»

(R. W. Emerson)





«Afferra il giorno che passa e non fare nessun affidamento sul domani.»

(Orazio)





«Non esiste vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare»

(Seneca)





«Senza entusiasmo, non si è mai compiuto niente di grande»

(R. W. Emerson)



«L'essenziale è invisibile agli occhi.»

(A. De Saint-Exupéry)





«Fa più rumore un albero che cade rispetto ad una foresta che cresce.»

(L. Tze)





«Le persone viaggiano per stupirsi delle montagne, dei fiumi, delle stelle e passano accanto a sé stesse senza meravigliarsi.»

(S. Agostino)





«Bisogna vivere come si pensa, altrimenti si finirà per pensare a come si è vissuto.»

(P. Bourget)





«Chi bada al vento non semina e chi osserva le nuvole non miete.»

(Qoelet)





«La vita è l'infanzia della nostra immortalità.»

(J. W. Goethe)





«La vita si misura dalle opere e non dai giorni.»

(Metastasio)





«Questa vita è una prova. E' soltanto una prova. Se fosse stata una vita vera avremmo ricevuto ulteriori istruzioni su dove andare e cosa fare!»

(Anonimo)





«La vita e i sogni sono fogli di uno stesso libro. Leggerli in ordine è vivere, sfogliarli a caso è sognare.»

(A. Schopenhauer)





«Non si scoprono terre nuove senza accettare di perdere di vista, prima, e per molto tempo, ogni terra conosciuta.»

(A. Gide)





«Ciò che il bruco chiama "fine del mondo", per il resto del mondo è una bellissima farfalla .»

(L. Tze)





«Vivi come se dovessi morire domani.

Impara come se dovessi vivere per sempre.»

(M. Gandhi)





«Per arrivare all'alba, non c'è altra via che la notte.»

(K. Gibran)

Anonimo ha detto...

AO' ma guarda mpo' sto paraculo de n'amministratore, quando se tratta da fasse bello co l'inaugurazione de lo parcheggio insieme a quarque cosa da magna', lui sabato va subito a taglia' la striscia e po' se fa da grande davanti a tutti li presenti che ce stanno.

Nnvece quanno li cittadini direttamennte nteressati ie fanno na domanda ndo' vonno sape' quanto hanno speso sti signori co li nostri sordi?

Ao nce crederari manco a fallo apposta nvece da datte na risposta se fanno pure RODE ER CULO e non solo ma poi se fanno esci er fumo da le frocia de lo naso come fa lo TORO che da sempre sta ncazzato!!!!!!!!!.

Ma guarda mpo' sto tipo da spiaggia!!,ao' tutti qua se devono vede'!!!!!!!!!!!.

O ROMANO DE CIVITA

Anonimo ha detto...

Quando l’incompetenza si associa all’ignoranza


Come chi mi conosce, cioè l’ 80% degli abitanti di questo paese, sa, io ho lavorato 23 anni in un ufficio pubblico (Banca) di questo paese, ricoprendo nel tempo varie cariche professionali (cassiere, contabile, addetto all’estero, addetto imprese ecc) ho lavorato come tutti gli esseri umani, cercando di fare il mio dovere onestamente e di non sbagliare, conscia di operare col danaro altrui. Come tutti ho comunque anche fatto errori che non appena sono venuti alla luce o mi sono stati fatti notare, ho corretto di corsa qualche volta anche pagando di persona, perché si sa che nel settore bancario gli errori si correggono col portafoglio.

Tutto questo preambolo autobiografico a cosa vuol preludere?

Al racconto di un fatto che mi è capitato a fine Luglio. Circa 60 gg prima, mi è stato recapitato e mi dicono a tanti cittadini in quel periodo, un avviso di accertamento ICI per l’anno 2005, siccome ero sicura di aver pagato l’imposta ho portato questa comunicazione al commercialista che dopo aver controllato, mi ha convocato per dirmi di recarmi in Comune e richiedere lo sgravio in quanto la parte di imposta addebitatami non era dovuta poiché riferita a 2 cespiti che io ho alienato fra la seconda metà del 2004 e inizio anno 2005.

A seguito di ciò, a suo tempo era stata resa una nuova dichiarazione ICI ed i pagamenti furono adeguati alla nuova situazione immobiliare.

A parte che, come al solito, per trovare l’interlocutore giusto e nonostante mi sia rivolta a chi aveva firmato l’accertamento, ho dovuto visitare mezzo comune,quando finalmente sono riuscita a parlare con l’addetto mi sono sentita rispondere che la documentazione relativa alle variazioni immobiliari c’era e che l’accertamento ere su 4 cespiti anche se io ne dichiaravo 2 in quanto 2 venduti, però lei doveva controllare e questo la dice lunga sulla competenza.

Inoltre, e qui entra in gioco l’arroganza, l’addetta si è alzata come di fronte a chi ha commesso un delitto, ed ha detto:oh! ma questo avviso è scaduto da 3gg (mi pare) per cui non hai più tempo per difenderti.

Non ci ho visto più, ed anche se mi ero ripromessa di non arrabbiarmi sapendo bene che è inutile, gli ho risposto che quando si lavora tutti si può sbagliare e non c’è niente di male, però, se te lo fanno notare, prima di tutto non si dice si guarderà e poi un accertamento abbagliato e grossolanamente come quello, scaduto o non scaduto è sbagliato e la gente, commercialisti compresi, non ha come unico impegno, durante la giornata quello di stare dietro a cosa combinano nei pubblici uffici.

Uscendo mi sono chiesta, ma quanti di questi accertamenti pervenuti ai cittadini riguardano importi dovuti? e se quelli non dovuti fossero in parte, come sicuramente succede, pagati non siamo di fronte ad indebite approvazioni di somme, in virtù dell’ameno funzionamento di certi uffici?

Ammettendo invece che tutti gli utenti si rivolgano al proprio consulente fiscale e riescano a non pagare le somme non dovute, ma quanto costa al cittadino in termini di tempo e danaro dimostrare che non deve pagare ciò che non deve pagare?

Luciana

Anonimo ha detto...

Quali sono per voi le cose piu' insopportabili del nostro "bel paese" se confrontate con gli altri stati europei e non ?Ma soprattutto quali rimedi suggerireste?

non siamo una nazione, non ne possediamo neanche lontanamente il concetto, l'idea.. di conseguenza non abbiamo neanche un briciolo di nazionalismo (non nel senso estremo del termine ovviamente).
non abbiamo una cultura civica (non la insegnamo... avete mai visto "educazione civica" come materia alle medie/superiori?).
non abbiamo il concetto di crimine, non c'è niente da fare non lo comprendiamo. non riusciamo a capire che se una persona ruba 100 euro è un ladro alla stessa stregua di chi ne ruba 1 milione. e, peggio ancora, non riusciamo a condannare il crimine. Il crimine in Italia paga, eccome.. e i rischi sono minimi (evasione fiscale negli USA è reato federale, vai in ergastolo.. in Italia? ti ridono in faccia se da lavoratore autonomo dichiari più della metà di quel che dovresti).

ma, fondamentalmente, il difetto principale è il fatto di non essere una nazione, quindi ognuno cerca solo di salvaguardare se stesso e i propri interessi. e tutto parte da lì. e a peggiorare la cosa c'è che abbiamo un'altissima dose di ipocrisia. insultiamo chi evade le tasse e poi andiamo dal dentista e non ci facciamo fare la fattura.


cure?
emigrare. non vedo alcun futuro in italia. e la cosa che mi rende più difficile fare il passo non è tanto il dover riniziare da zero ma abbandonare la mia città. perchè (s)fortunatamente vivo al mare e posti così non ce n'è tanti in giro purtroppo al di fuori dall'italia.


edito, perchè ho letto alcuni post rapidamente...
molta gente da la colpa ai politici.. guardate che codesti signori lassù li abbiamo votati noi, e prima di noi i nostri genitori, e ancora prima i nostri nonni (sono del 78 ndmio). e scommetto tutto quel poco che ho che il 99% delle persone che critica, insulta ecc ecc chi sta a Roma si comporterebbe allo stesso identico modo al posto loro (traduco in italiano, perdonatemi ma sto morendo di stanchezza: la stragrande maggioranza delle persone che si lamenta dei politici, il giorno che per assurdo viene eletta in parlamento farebbe le stesse identiche cose).
mia nonna prende la pensione di invalidità e a) non è invalida b) non ha mai versato una lira di contributi. e io lavoro per pagarle la pensione. vi pare giusto? secondo voi ha senso? secondo voi i bot al 10% avevano un senso? secondo voi il mio vicino di casa, finanziere, che è andato in pensione a 42 anni ha senso? il padre di una mia amica che prende 10 milioni al mese di pensione perchè lavorara in banca d'italia (filiale qua a imperia, poco più che sportellista) ha senso? ha senso lamentarsi del ticket quando poi siamo tutti disposti ad andare dal dentista e lasciarci 100 euro per una carie (che la fa anche quello della mutua x molto meno)?

e ditemi... ha senso che noi ci lamentiamo di tutto questo e poi ci incazziamo come iene se qualcuno prova a cambiare le cose?

secondo me nossignori, non ha senso tutto questo. e se non sono i ragazzi dei primi anni 80 a voler cambiare il sistema, non vedo chi altri lo possa fare. io più vado mi guardo in giro in questi tempi e più vedo una società che sta decadendo


Un nostalgico degli anni 80.

Anonimo ha detto...

Ecco, bravo, questa è una notizia. Ma sai, anche solo scrivere quale sarebbe, per te, una valida alternativa è un impegno politico, fa diffondere le idee.

anche se il therad in questione non lo specifica ti butto li cosa farei io....innanzitutto abroherei IMMEDIATAMENTE il privilegio che solo i politici hanno di percepire la pensione dopo soli 25 mesi di legislatura(se non ricordo male dovrebbero essere 25 mesi).taglierei il numero di senatori e deputati(queste piattole di merda a noi cittadini ci costano troppo) e farei lo stesso anche per quanto concerne le amministrazioni regionali,provinciali e comunali.
Volendo ampliare il discorso aprirei una piccola parentesi anche sui "grandi manager" che gestiscono le piu' importanti societa' pubbliche quali alitalia,le fs eccc..... io questi non li assumerei per simpatie politiche ma per meritocrazia,stipendio nella media che puo' percepire una persona che occupa una determinata posizione di responsabilita' e bonus in caso di risultati positivi.In caso questi(risultati) non fossero raggiunti un bel calcio in culo e a casa.(p.s.: do you remember Alitalia?bene tutto il contrario...amministratore delegato che fa debiti su debiti che si trova ankora li' al suo posto e che becca pure una pakkata di soldi...per cosa?...per quale motivo lo pagano ?perche' ha creato ulteriori debiti?).
Ce ne sarebbero ancora tante di cose ma per oggi credo basti e avanzi.

Un piccolo civico.

P.S. ma comunque CIVICO

Anonimo ha detto...

RICOMINCIAMO?

Che le danze abbiano inizio…
La danza più sconvolgente che sono riuscita a ballare è quando la mia mente si mette a creare e un terremoto di emozioni e sentimenti ne esce fuori, ed è un po’ grazie anche al blog che ho ricominciato a danzare.
Quando ho scoperto questo blog ero una cittadina di LANUVIO delusa e spersa. Spersa perchè, come tutti i cittadini, soprattutto i reclusi delle frazioni, non mi rendevo conto di quello che mi succedeva intorno. Volevo sapere, avevo voglia di conoscere, ma quello che trovavo di fronte era il nulla. Chi non conosce questo blog vive senza informazione e riconosco che è un problema grave. Le interviste, gli articoli sui giornali locali non dicono niente, non devono dire niente.
Viviamo nell’incanto che LANUVIO sia un paese da sogno (lo potrebbe essere, ha tutte le potenzialità per esserlo), ci regalano caramelle, ma la realtà della nostra comunità, del nostro territorio è ben altra.
Ma per me il bicchiere è sempre mezzo pieno e mai mezzo vuoto e qualcuno sta iniziando a svegliarsi…
L’unico vero mezzo di informazione reale è questo blog e quello che ci accomuna è questa grande voglia di cambiare.
Qualcuno ha scritto che sono solo sogni. Se hanno letto con attenzione i miei commenti, io negli ideali di massa non ci ho mai creduto, ma nei sogni sì, è per quelli che si spera, si lavora, si aspetta… si vive.
Qualcuno ha detto che non sarà cosa facile, sì, è vero, ma nessuno ha mai lottato per vincere le imprese facili. si e' iniziato in pochi, adesso siamo in tanti… se continuiamo a crederci a regalare la vera informazione e non caramelle penso che si può raggiungere dei grandi traguardi.
Le cose che mi sono state dette ieri o in questi giorni non sono neanche da raccontare, ti posso assicurare che tanti discorsi sono dovuti dalla male informazione.
Fino a quando io, qui, incontrerò persone intelligenti, e per intelligenza non intendo lauree o grandi uomini, per me intelligenza significa ascoltare e capire, incontrrò verità e ottimismo io continuerò a scrivere la mia verità.
Io ci credo nel cambiamento ho lottato prima, lo faccio ancora oggi e mi sento convinta di continuare a farlo anche per il domani.
OCCORRE NON ARRENDERSI MAI.

FRANCESCA.

Anonimo ha detto...

Cari amici bloggisti,
proprio perchè non credo agli ideali di massa,
nè a distinzioni destra-sinistra, è nato un forte senso civico qui a LANUVIO.
Credo, invece, che vi siano problemi e che debbano essere trovate
le soluzioni più logiche e più di buon senso, adottando il metodo
partecipativo e la discussione democratica.
Soprattutto non credo ai partiti, nè ai politici di professione.
Un politico di professione, ogni volta che prende una decisione lo fa
in funzione di quanti voti gli porterà quella decisione non dell’interesse
comune. E questo, te lo posso garantire perchè li conosco bene i miei polli,
avviene ad ogni livello decisionale.
E tale comportamento, anche questo ve lo posso garantire, avviene indistintamente
a destra che a sinistra.
Il blog è fondamentale per la vita democratica di LANUVIO come
le pubblicazioni , i volantini le manifestazioni e quant'altro di materiale
occorrente per mantenere sempre
piu' forte e vivo il senso civico qui a LANUVIO
. Solo attraverso l’informazione e la comunicazione e la protesta
si può rompere il muro di gomma costruito da chi ci vuole disinformati per continuare
a governare in modo ridicolo nel nome del proprio interesse, o personale o di partito.
Avanti tutta.

Carlo

Anonimo ha detto...

Risposta ai Comitati di quartiere..........
MA PERCHE' PER OTTENERE CIO' CHE E' LEGGITTIMO PER OGNI CITTADINO C'E' BISOGNO DI UN COMITATO???
Direi proprio di NO!!!
L'amministrazione è cambiata....gli assessori sono cambiati... La vecchia musica non suona più...è iniziata una nuova melodia e questo gia si sente nell'aria.
Forza Giunta LEONI siamo con voi!!

Ma quale forza giunta LEONI ma ancora non lo avete capito??????
I cittadini sono stufi delle vostre falsita' delle vostre operazioni clientelari delle vostre scelte comode e non di equa ridistribuzione di servizi per fasce di cittadini ancora oggi molto disagiati( forse rappresentano un bacino di voti a voi poco determinante).
Sapete fare soltanto i politicanti di professione!!!!!!!!!!!!!!!!.

Poiche'un politico di professione, ogni volta che prende una decisione lo fa
in funzione di quanti voti gli porterà quella decisione non dell’interesse
comune. E questo, te lo posso garantire perchè
avviene ad ogni livello decisionale.
E tale comportamento, anche questo ve lo posso garantire, avviene indistintamente
a destra che a sinistra.

Siamo stufi ed orgogliosamente vogliomo dire BASTA!!!!!!!!!

Non ne possiamo piu' di sopportare l'arroganza dei partiti e dei loro perenni politicanti da strapazzo andremo a manifestare al comune saremo in tanti e molto presto ve ne accorgerete!!!!!!!!!!!.

Altro chiedono i cittacini ; e non una coalizione di falsi profeti che col solo 30% di consensi fa scorribande di tutte le cariche istituzionali e commissioni comunali comprese !!!!!!!!!!!!.

Alla barba di quel senso DEMOCRATICO tanto conclamato in fase elettoralistica......

6 settembre 2007 23.20

Anonimo ha detto...

DOBBIAMO ASSOLUTAMENTE LOTTARE ( Mai abbassare la guardia, chi si ferma e' perduto!!!!!)



Appoggio in pieno il fatto che… è vero,
il sindaco si sta facendo tantissimi autogol, ma questi autogol
si riperquotono su noi cittadini… Da parte mia non ho intenzione di
sopportare altri 5 anni di scempi da parte di questi piccoli
dittatori!! Dobbiamo farci sentire, dobbiamo arrabbiarci!!! Le belle parole
devono trasformarsi in fatti!! SE c’è bisogno di andare sotto il comune a urlare
il nostro dissenso dobbiamo
farlo e dobbiamo essere tutti!! Da soli non possiamo
cambiare nulla, ma se ci incazziamo tutti insieme e soprattutto
se scendiamo in piazza tutti insieme allora le cose
cambieranno eccome… Lamentarsi a casa e
abbassare la testa fuori non serve a nulla!! Sfortunatamente non
posso concedermi il lusso di firmarmi, ma sappiate che se ci sarà una movimentazione
popolare (e spero vivamente che ci sarà) io sarò tra voi!! Dobbiamo lottare
per riprenderci ciò che ci è stato tolto, dobbiamo lottare per riprenderci
LANUVIO

Anonimo ha detto...

GUARDA CHE NO TE VO NICIUNU � INUTILE CHE FA U COSU IMPIAZZA
CHILLI CHE STANNO CO TI TRA POCU SE NE VANNO TUTTI.........PERCHE TANTU NN JE PO FA GNENTE....... SPECIALMENTE (FAVORI)..........
Noi saremo l� non soltanto ad ammirarle col naso all�ins� ma contribuendo nella spinta, affinch� raggiungano i cuori di chi � meno fortunato di noi

X SEMPRE CON GALIETI

Anonimo ha detto...

Ministero di Senza Grazia e Senza Giustizia
14 Settembre 2007

Visto che molti degli articoli in preparazione su LANUVIO non sono ancora pronti
, ce la facciamo una capatina nel nazionale? Ma sì, dai…

Io mi limito ad esporre l’articolo senza commentare troppo, perché se
esprimessi le mie opinioni più intime su Mastella, ma anche su Rutelli, sarei
da querelare. Quindi mi limito a pensarle. Voi provate a indovinarle.

Se le persone in questione volevano andare al Gran Premio a spese dei contribuenti
per me potevano farlo. Ma in treno. Sarebbero stati dei veri signori.

Senza grazia e senza giustizia
di Gianluca Di Feo

Mastella e il figlio al Gran Premio di Monza con l’Airbus presidenziale.
Un viaggio privato a carico del contribuente nel giorno dei tagli alle spese. Mentre
ai
giudici manca la benzina. Foto di Massimo Sestini

Mastella
Gita al Gran Premio

I magistrati non hanno la benzina per le auto ma il ministro della Giustizia non
lesina certo sul carburante. Soprattutto quando si tratta di accontentare amici e
famiglia. E concedersi una bella gita domenicale. Sì, perché per l’escursione al
Gran Premio di Monza Clemente Mastella non ha badato a spese, tutte però a carico
di altri. Il Guardasigilli ha volato da Salerno a Milano con l’aereo di Stato.
Non un jet qualunque, ma l’Air Force One italiano: uno dei lussuosi Airbus
presidenziali, praticamente una suite con 40 poltrone e ogni genere di comfort.
Un velivolo di alta rappresentanza, roba da far invidia a sceicchi e magnati:
la Rolls Royce con le ali costa oltre 55 milioni di euro. Poi dalla zona militare di
Linate, in teoria una fortezza inaccessibile, il ministro è passato all’area Vip dello
scalo milanese, quella dove sono di casa i Falcon di Berlusconi e di Tronchetti
Provera, quella riservata a chi i privilegi li paga di tasca sua.

Lì Mastella si è accomodato su un meraviglioso elicottero privato, un potente
Agusta 109 con salottino interno, diretto verso l’autodromo. Nessuno sa chi ha saldato
il conto per questa navetta, prenotata per uso esclusivo del leader Udeur. La società
che
la gestisce - la Avionord - risulta aver noleggiato molti voli per gli ospiti più
eccellenti delle case automobilistiche. È stato forse Flavio Briatore a omaggiare
l’amico Clemente di quel tour con vista sui tetti del Duomo che ha permesso di scavalcare
tutte le code per planare nel giro di dieci minuti direttamente nei box di Monza?

“Sono qui per salutare l’amico Briatore”, ha detto il ministro dopo lo sbarco
nel circo dei motori. Perché la visita nel tempio della Formula Uno ha avuto poco di
ufficiale e molto di personale. Il suo arrivo a Linate ha spiazzato cerimoniale e
dispositivo di sicurezza. Poi, dopo l’atterraggio con l’Airbus presidenziale, quel
passaggio sull’elicottero-limousine molto poco protocollare. Il tutto, volo di Stato
ed elicottero privato, sempre in compagnia del figlio Elio. D’altronde a sentire il
Guardasigilli, proprio il dovere di padre è uno dei motivi principali della sua spedizione
tra i box: “Avevo promesso da tempo che sarei stato presente insieme con mio figlio”,
ha dichiarato al “Corriere della Sera”, ripetendo: “Volevo salutare il mio amico Briatore
e vedere la gara da vicino”.

Il tutto grazie al jet dell’Aeronautica militare, che ha imbarcato anche il
giovane Elio, un portaborse e due uomini di scorta. Lo stesso gruppo ripreso dalle
foto de “L’espresso” mentre cammina allegramente dall’aereo governativo verso
l’Agusta a noleggio.

Eppure ci sarebbe stata più di una ragione per sconsigliare la visita
del Guardasigilli: solo il giorno prima la Procura di Modena aveva distribuito una
raffica di avvisi di garanzia ai vertici della McLaren, accusati di spionaggio nei
confronti della Ferrari, facendoli consegnare proprio a Monza. Ed ecco che il
responsabile della Giustizia italiana passa la mattinata nei box della Renault
dell’”amico Flavio”, concorrente degli indagati. Poi a sorpresa sale sul podio
per premiare il terzo classificato, il ferrarista Raikkonen, vittima della spy story.
Ma il ministro vola più in alto di queste polemiche. E alle insinuazioni della McLaren,
che hanno visto nei provvedimenti dei magistrati uno strumento di pressione, replica:

“Se pensano che la Giustizia italiana viaggia a rimorchio di qualcuno, non la conoscono”.

Di sicuro la Giustizia non viaggia a rimorchio, ma c’è il sospetto che il
ministro lo faccia a scrocco. Per carità: l’amicizia non ha prezzo. Dalle vacanze
sullo yacht dell’industriale Della Valle all’ospitalità di Briatore, passando per
l’uso disinvolto dell’aereo presidenziale che imbarca anche il figlio. Sì, lo stesso
figlio Elio al centro, insieme con il fratello Pellegrino, dell’inchiesta “Casa nostra”
de “L’espresso” per l’acquisto a prezzi modici di due appartamenti sul lungotevere
Flaminio e della dimora in via Arenula dove ha sede la rivista dell’Udeur. Facile prevedere

le giustificazioni di Mastella: l’impiego dei voli di Stato non è una sua scelta, ma viene

imposto per motivi di sicurezza.

Mastella
L’Augusta militare

Come spiegare allora il trasbordo dall’Airbus all’elicottero privato? Quanto
a protezione, poi, le foto che pubblichiamo dimostrano che sarebbe stato facile
colpire l’uomo di governo durante il trasferimento e anche sulla scaletta del munitissimo
jet. E se c’era una qualunque minaccia, perché esporre anche il giovane erede ai rischi?
In realtà sempre più spesso la questione della sicurezza sembra invocata solo per tutelare
un privilegio. Dopo l’11 settembre 2001 i controlli sui voli di linea sono così severi
da escludere la possibilità di nascondere armi. E se anche qualcuno fosse in grado di
portare a bordo un coltello, un paio di agenti di scorta potrebbero facilmente eliminare
ogni pericolo. Non a caso, molti leader stranieri e diversi ministri italiani, incluso
il premier Prodi, si muovono con normali aerei di linea o addirittura, come spesso fa
Tommaso Padoa-Schioppa, con compagnie low cost. Che bisogno c’è allora di un Airbus

presidenziale dove far spaparanzare figli e collaboratori?

Il vizietto del volo blu non è prerogativa del Guardasigilli.
L’Airbus presidenziale ha trasportato anche la comitiva di Francesco Rutelli,
ospite d’onore al Gran Premio. A quanto risulta a “L’espresso”, i due uomini di
governo avevano chiesto due differenti voli di Stato, da Salerno a Milano con
ritorno a Roma negli stessi orari. Al che l’Aeronautica avrebbe deciso di unificare
i viaggiatori su un unico jet, per non creare uno spreco nello spreco. Una mossa che
non sarebbe stata gradita dai ministri: Mastella la sera prima aveva disertato
all’ultimo momento la festa della Margherita rutelliana per “motivi di famiglia”.

A Monza il vicepresidente del Consiglio, titolare dei Beni culturali e del
Turismo non certo dello Sport, ha evitato di rendere omaggio a Briatore e si è
limitato agli aspetti ufficiali della visita. A lui è toccato premiare il vincitore
Alonso, alfiere dell’indagata McLaren, con il rischio di un altro corto circuito
istituzionale: il numero due del governo che tributa un riconoscimento sportivo
al campione del team sotto inchiesta. Un gesto incomprensibile per gli osservatori
stranieri, ancora meno abituati all’aircraft sharing ministeriale.

Mastella
Il Guardasigilli sale sull’Airbus

Le foto de “L’espresso” documentano che al seguito di Rutelli c’erano almeno
tre uomini tra portavoce e portaborse, più un paio di agenti di scorta. Ma le
immagini mostrano un via vai impressionante di insoliti passeggeri. Il decollo
dell’elicottero di Mastella, per esempio, viene accompagnato da un Agusta-Bell
militare. Si tratta di un velivolo dell’Aeronautica, destinato alle operazioni di
soccorso e pattugliamento, che attende l’arrivo del ministro e poi si alza a grande
velocità: una procedura identica a quella usata per proteggere le personalità ad
altissimo rischio. A rendere del tutto anomala la missione è la presenza in cabina
di un’elegante signora dai capelli rossi, fatta accomodare nella fusoliera mimetica
da un ufficiale in uniforme azzurra. Così come resta singolare la figura di un
ragazzino under 14, con vistosa t-shirt sportiva, fotografato mentre sale sull’Airbus
presidenziale.

Sul jet da 48 poltrone ha viaggiato una dozzina di persone che si sono godute
questa escursione lampo nella Formula Uno, protetta dal segreto di Stato e finanziata
dai contribuenti. In Gran Bretagna la contabilità della flotta usata dalla casa
regnante è cristallina, negli Usa ogni decollo a carico dell’Amministrazione è sottoposto
a una ferrea trasparenza, ma da noi tutto resta top secret, sia gli ospiti che i costi.
Il noleggio di un aereo del genere non viene meno di 50 mila euro. L’Aeronautica
possiede già gli Airbus, quindi bisogna considerare solo il costo dei tre voli
festivo dei cinque uomini di equipaggio.

Insomma, un conto che potrebbe arrivare ai 20 mila euro. Negli identici orari,
Air One offriva il biglietto Napoli-Milano e il ritorno su Roma, tutto incluso, per
meno di 200 euro. Nella stessa giornata e negli identici orari il dibattito politico
era dominato dai tagli alla spesa pubblica. Sarebbe stato bello vedere i ministri
salire su un volo di linea come normali cittadini. E non dovere leggere le lamentele
di Mastella sulla scarsità di fondi: “Siamo indebitati fino al collo. I magistrati
che indagano sulla strage di Duisburg non hanno benzina per le auto”. Pensare che
di litri di carburante l’Airbus presidenziale solo per la gita a Monza ne ha bruciati
più di 7 mila.

(14 settembre 2007)

ANDREA


______________________________________________________________________________________________

Anonimo ha detto...

CHE SCHIFO!!!

Ci sarebbe molto da dire, ma purtroppo queste e tante altre cose le sappiamo da
tempo anche se molte volte “blindate” e altre volte coperte addirittura da “Segreto
di Stato”non pubbliche come in molte altre DEMOCRAZIE Occidentali !!! Tocca via
via a qualche testata girnalistica all’avanguadia e non pienamnete allineata
A DESTRA O A SINISTRA a farcele conoscere!
Avete letto La casta, libro già consigliato da qualcuno per le
letture sotto l’ombrellone???!!! a me ha fatto venire qualche piccolo incubo,
non fosse altro per le cifre!!!! e badate bene non mi risulta che nessuno da
maggio ad oggi abbia querelato gli autori, anche se a luglio eravamo già alla
sedicesima edizione!!!!
E, caro Andrea , questo può essere un articolo che interessa da vicino
anche la nostra comunità perchè molti politici o ex con poltrone “molto
comode” e “costose” e con privilegi da diversi 0 sulla dichiarazione dei
redditi esistono anche da noi e pagati da noi in prima persona eccome!!!!
Saluti a tutti

ANONIMO

Anonimo ha detto...

SPROFONDIAMO SEMPRE PIU' NEL MARRONE!!!!!!
MI CHIEDO COME FANNO I NOSTRI POLITICI!!!!!
A TROVARE ANCORA IL CORAGGIO DI PARLARE????????????????????????????????????????????????
Queste sarebbero le personalità che ci amministrano??? Allora forse
no è tutta colpa dei mondiali di calcio se siamo odiati da
tutti i nostri vicini… Ma come si fa a blaterare tanto sugli
sprechi e poi usufruire di certi mezzi per vedere un gran premio???
(a mio avviso non dovrebbrero nemmeno esistere, sono inutili alla nazione).
Ma come si fa a dire di essere di sinistra e poi fare uno smacco
così eclatante nei confronti della povertà e dei contribuenti???
Adesso capisco perchè c’è chi appoggia lo sciopero fiscale!! Comunque
ho l’ impressione che sia tutto inutile, se mancano i soldi i tagli
vengono fatti su istruzione, pensioni e sanità… I fondi per certi
scempi si trovano sempre. Che schifo!! Cordiali Saluti

E POI PER FINIRLA QUI!!! I NOSTRI POLITICI CI PRENDENO
NUOVAMENTE PER I FONDELLI QUANDO CI LUSINGANO FACENDOCI
CAPIRE!!!!! CHE NOI TUTTI DOBBIAMO SENTIRCI MOLTO ONORATI AD ESSERE ITALIANI!!!!!!!!!!.
AVETE CAPITO???????????????????????????????????????????????????????????????????????????????.

ME SENTO MPO' NCAZZATO
CARDIALI SALUTI
FRANCESCO.

Anonimo ha detto...

"grande manifestazione popolare" che accelerare l'agonia del governo Leoni, che prima se ne va e meglio è per tutti. "Contiamo in una grande risposta popolare - non solo del partito ma anche per l'afflusso di moltissima gente, al di là dell'appartenenza politica, che sente ...suo questo paese....

il CUOCO DI LANUVIO QUASI CHEF.....

Anonimo ha detto...

Bellissimo articolo !!!
Tu Andrea riusciresti a fare un commento su Mastella e Rutelli ? In silvam non ligna feras insanius.
Mi sarebbe piaciuto però leggere questi articoli anche nell’era Berlusconi , dove nel solo ultimo anno la presidenza del consiglio ha speso ben 64 milioni di euro solo per il trasporto aereo .

ANONIMO

Anonimo ha detto...

LA COLONNA INFAME

Notizia ANXA

“Da fonti vicine a Palazzo Kigi abbiamo appreso, in via non ufficiale, che l’aereo presidenziale sarebbe stato messo a disposizione del molto Onorevole Clemente Mastella a parziale indennizzo e cura per il grave danno esistenziale subito quando non ha trovato alla buvette della Camera il lecca-lecca della sua marca preferita.
In cambio il molto clemente Clemente ha promesso di non presentare una interrogazione parlamentare, come di recente è accaduto per un analogo problema di gelati, per protestare su tale inammissibile e grave mancanza, che minacciando la libera concorrenza metterebbe in seria difficoltà l’Antitrust ed i precari equilibri della maggioranza di goverrno.
Trattasi, ripetiamo, di notizie assolutamente non confermate, ma che comunque riteniamo di dover comunicare, in quanto verosimili, considerando la personalitàò del soggetto.

CINCINNATO

Anonimo ha detto...

PARTITO DEMOCRATICO E IRRIDUCIBILI DEL SOL LEVANTE

Chiusa la fase dei partiti di “plastica” e di quelli “chiesa” , l’establishment della politica, nel tentativo di arginare la crisi di credibilità, si esercita nella creazione di nuovi partiti o di “partiti nuovi” che dir si voglia.
È forse, questa, la geniale trovata del momento, il colpo di teatro dell’ultim’ora, l’estremo inganno della casta, il frutto avvelenato di una strategia freddamente studiata a tavolino?
La diffidenza è d’obbligo visto che la politica, continuamente a caccia di discutibile visibilità, non si cura più di portare i propri messaggi direttamente sul territorio con la faccia dei propri uomini ma cerca di raggiungere l’elettorato attraverso i media.
Dal marketing ha mutuato modi e metodi: prima si confeziona il prodotto, poi si cerca di piazzarlo sul mercato con qualunque forma di promozione, non importa quanto ingannevole, magari assoldando l’imbonitore più quotato per capacità affabulatorie. Tanto il consumatore, come è noto, non lo tutela nessuno.
Per contro, dall’altra parte si sta in campana, si annusa l’aria che tira, soprattutto quando si sospetta odor di truffa: non si vuole correre il rischio di peccare di dabbenaggine. Di rimando si pesano le parole udite, si sezionano i discorsi, si tiene d’occhio lo scenario politico-istituzionale. Si studiano i movimenti, gli accenni, le uscite dei vari personaggi. In breve, si cerca di capire se il prodotto è affidabile o si tratta del classico bidone da rifilare agli allocchi.
A quelli come me non interessa cosa avviene a destra del campo; anche se, non certo per propri meriti ma per demeriti altrui, gli ultimi sondaggi danno quella parte vincente in caso di elezioni politiche. A noi interessa cosa sta avvenendo a sinistra.
Al momento sembra arduo ma vorremmo capire qualcosa in più sul PARTITO DEMOCRATICO.
Il discorso di Veltroni al Lingotto è stato fin troppo carico di buon senso comune, fin troppo generico, fin troppo ecumenico e perciò fin troppo condivisibile. Ma in questo genere di gioco, di “nuovo conio”, la partita deve essere leale e a carte scoperte. Il pacco appare ben confezionato, non c’è che dire, ma vorremmo dare un’occhiata al contenuto. Fuori di metafora, ci sembra essenziale, prima di prendere in seria considerazione l’iniziativa, sapere se il partito democratico, una volta nella stanza dei bottoni, eliminerà province e comunità montane al livello del mare, se ridurrà a cifre ragionevoli seggi, stipendi e pensioni di Camera, Senato e consigli regionali. Se farà altrettanto con generali, ammiragli e metterà fine alla voracità delle consulenze nella pubblica amministrazione. Se chiuderà le ambasciate regionali all’estero. Se conta di azzerare le 10.000 società a partecipazione pubblica create “ad hoc” per i politici di professione più o meno “trombati” che parassitano famelicamente il corpo dello Stato. Se affronterà senza “se” e senza “ma” la delinquenza, organizzata e non, col massimo impegno. Se trasformerà in settori produttivi magistratura, sanità pubblica, pubblica istruzione e pubblica amministrazione. Se impedirà l’elezione a cariche pubbliche di soggetti condannati o in odore di malaffare. Se attingerà tra la gente “normale” i suoi rappresentanti, eliminando la zavorra dei politici di professione: quelli che non hanno la vocazione del Cincinnato, il cui mandato non è “pro tempore” ma a vita, artefici delle lobby politico-affaristiche alla base di tutti i nostri mali.
Se questi non figureranno tra gli obiettivi irrinunciabili del futuro programma vorrà dire che non sarà il partito nuovo che tutti si aspettano ma il frutto di una operazione di vertice, organica a tutto il peggio preesistente.
Intanto i segnali che arrivano sono contraddittori. Si ha la percezione che il vecchio non voglia cedere il passo al nuovo. Troppo pochi “membri esterni” agli schieramenti di partenza, non inquadrabili tra i politici di professione, sono stati designati alla Commissione Costituente e questo confligge con una formazione “nuova” che voglia aprirsi alla società civile.
Un altro fatto, che contraddice lo spirito di rinnovamento, riguarda i tatticismi sulla legge elettorale. È bastato che Mastella e Bertinotti mostrassero i muscoli, minacciando la crisi di governo, che Fassino e D’alema, da sostenitori del doppio turno alla francese, tornassero sui propri passi per approdare ad un non meglio identificato “sistema tedesco” modificato all’italiana.
In questo atteggiamento si riscontra un’inacettabile rassegnazione al compromesso che, quan’anche estorto “obtorto collo”, resta pur sempre una pratica miope che guarda più al proprio vivacchiare giorno per giorno che non al futuro delle istituzioni.
Come insegnano eminenti politologi, Giovanni Sartori in testa, il doppio turno alla francese è l’unico sistema, in un contesto bipolare, in grado di garantire la piena governabilità. Viceversa il sistema tedesco, come la storia recente di quel Paese insegna, rimane aperto a possibili commistioni tra maggioranza e opposizione che da noi, inevitabilmente, si trasformerebbero in pratiche inciuciste e consociative da prima repubblica, con i soliti veti incrociati, stallo istituzionale e governi a termine.
Anche localmente vi sono segnali che non depongono a favore di un’effettiva volontà di rinnovamento. Nelle passate elezioni amministrative la vera novità è stata la discesa in campo dell’associazione “Lanuvio per la democrazia” con la sua proposta di rottura di tutti gli schemi preesistenti, ad iniziare da quello ormai consunto e anacronistico di “destra-sinistra”.
Si può dire senza ombra di smentita che questa associazione, in cui non posso non riconoscere la mia collocazione, abbia precorso gli eventi; sia per la individuazione delle anomalie nella politica italiana, successivamente imposte all’attenzione del dibattito nazionale dal successo del libro “La casta”; sia per le correzioni prospettate. Tra le altre, quella di conferire nuova dignità alla politica mediante il coinvolgimento negli organismi elettivi di cittadini con esperienze diverse nei vari settori della società, rigorosamente non professionisti della politica. Oppure quella di accogliere al proprio interno, con pari dignità e senza pregiudizi di provenienza, tutti coloro che avessero voluto contribuire, in piena concordia, al rinnovamento della politica, lasciandosi alle spalle storie di antagonismo e contrapposizione, non utili per l’epoca che stiamo vivendo.
Questa volontà di ragionare sul futuro della collettività al di là e al di sopra degli schieramenti, nella consapevolezza della necessità di sperimentare vie diverse, in un clima di pacificazione nazionale e, finalmente, di storicizzazione del passato, sembra aver fatto breccia recentissimamente e inaspettatamente nel riformismo di sinistra. Al punto che la giunta capitolina ha intitolato strade e scoperto lapidi in ricordo di militanti di destra barbaramente assassinati durante gli anni di piombo.
Lo stesso discorso di Veltroni al Lingotto è stato definito da autorevoli commentatori “sarkozysta”, proprio in virtù di questa nuova tendenza a deideologizzare e rendere più pragmatica l’azione politica.
È lontana l’epoca in cui Luciano Violante parlando “dei ragazzi di Salò”, attirò su di se i rimbrotti dei duri e puri. Ciò non di meno ancora resistono nella sinistra progressista sacche di inspiegabile settarismo che, nell’arrogante presunzione di possedere verità assolute, identificano come nemico chiunque non si uniformi al sacro verbo del pensiero unico.
Alcuni dirigenti della sezione DS di Lanuvio costituiscono una drammatica rappresentanza di queste enclave. Basta vedere come si sono scagliati, nell’ultima campagna elettorale, con manifesti e volantini ingenuamente anonimi, contro gli avversari: attacchi personali inqualificabili e offese di ogni genere, indegni di una civile convivenza.
Voglio pensare che si tratti degli ultimi rappresentanti di una genia ormai in estinzione. Un po’ come quei militari giapponesi che, finita l’ultima guerra mondiale, nell’isolamento più assoluto, continuavano la loro guerra personale sulle isole del pacifico.
Chissà, forse un giorno, si convinceranno che la guerra è finita. Forse allora, e solo allora, si potrebbe tentare con loro un qualche confronto.
Non basta autodefinirsi “democratico” per essere tale. La democrazia va vissuta ed esercitata in prima persona. Per alcuni è una condizione facile da realizzare, probabilmente per una positiva predisposizione culturale o per motivi di genoma. Per altri si rivela un percorso laborioso, che li impegna, come prima tappa, la più difficile, a doversi liberare da quelli che Francesco Bacone definiva gli “idola theatri”: i condizionamenti ideologici di un’esistenza precedente.
Noi siamo speranzosi e pazienti: li aspetteremo nella convinzione che prima o poi arriverà anche il loro turno. Ma se i tempi dovessero dilatarsi a dismisura, confidiamo nella loro capacità di comprendere la situazione e uscire di scena.
Ne guadagnerebbero il dibattito politico, che, svolgendosi nel rispetto delle idee altrui, sarebbe più sereno e costruttivo; e il nascituro PARTITO DEMOCRATICO, che, liberato da quella placenta asfittica, avrebbe più probabilità di venire a luce in buona salute.
Se ciò avvenisse potremmo esclamare fin d’ora: buongiorno Italia, buongiorno Lanuvio, siamo finalmente nel XXI° secolo!

Franco

Anonimo ha detto...

Bisogna ricucire gli strappi nel centrodestra di Lanuvio.
I cittadini hanno lanciato un messaggio chiaro, sono stufi dei comunisti, quindi spero che tutti facciano un passo indietro nell'interesse del centrodestra e del paese

MA SCUSA ? DI QUALI COMUNISTI PARLI??
LO SAI CHE L'ONOREVOLE SILVIO NON SA PIU' NEANCHE LUI DOVE ANDARLI A CERCARE???????????????.
DEVE IMPOSTARE LA SUA RIVINCITA
FACENDO CAPIRE AGLI ITALIANI CHE IL PERICOLO VIENE DAI COMUNISTI!!!!!!
MA IO FORSE SARO' INGENUO MA NON CAPISCO DOVE STANNO QUESTI NEMICI COMUNISTI CHE SERVONO A SILVIO PER VINCERE LE ELEZIONI??????????????
FORSE DOVREMMO FARE UNA SPEDIZIONE IN RUSSIA INSIEME A SILVIO PER TROVARE QUALCHE COMUNISTA???????
SPERIAMO DI TROVARLO ALMENO COSI COME PEZZO RARO SONO SICURO CHE IL CAVALIERE CE LO PAGHERA' BENE!!!!!
MA NON DI TASCA SUA!!!!!!!!
ANZI A SPESE DEL POPOLO ITALIANO!!!!

CIAO SILVIO IN BOCCA AL LUPO FA FREDDO DA QUELLE PARTI OSTREGA !!!!
OSTREGA CHE FREDDO!!!!!!!!!!!!!!.

Anonimo ha detto...

CHI PERDE IL LAVORO IN ITALIA
PURTOPPO PERDE TUTTO!!!!!!!!!!!!!
SAREI CURIOSO DI SAPERE A TAL PROPOSITO COSA CI AVREBBERO RISPOSTO I NOSTRI RISPETTABILI POLITICI STIPENDIATI ALLE SPALLE DEL POPOLO ITALIANO PER CIRCA EURO
22000 AL MESE??????????????????????
SENTITE VORREI SOLO SAPERE???????
MA IN TELEVISIONE OPPURE DA QUALCHE ALTRA PARTE !!!! QUESTI SIGNORI QUANDO PARLANO CHE CI SONO PRIMA DA RISOLVERE GLI INTERESSI DEI CITTADINI PARLANO RIFERENDOSI A TUTTI GLI ITALIANI???????????????
OPPURE SOTTINTENDONO IN MANIERA MOLTO SIBILLINA IL MANTENERE PERENNEMENTE VITANATURALDURANTE TUTTI I LORO PRIVILEGI ED ANCHE QUALCOS'ALTRO IN PIU'.

Chi perde il lavoro in Italia perde tutto. Chi ha una famiglia da mantenere e si trova da un giorno all’altro in mezzo a una strada non ha protezioni sociali. E’ espulso dal sistema. Pagare le tasse per venti o trent’anni non gli dà nessun diritto. Essere cittadino italiano nessuna protezione. Lo Stato è assente.
Il vero problema non sono le leggi sul precariato, ma la mancanza di lavoro.
Mi è stata segnalata una lettera inviata a Corrado Augias nella sua rubrica "Lettere&Commenti" di cui pubblico un riassunto. Descrive una situazione comune a decine di migliaia di persone che perdono prima il lavoro e poi la speranza.
Se qualche imprenditore è in ascolto aiuti questa famiglia.

“Dal giorno in cui io, mio marito e mia figlia di 10 anni, stavamo trascorrendo qualche giorno di vacanza e abbiamo dovuto anticipare il rientro per il licenziamento in tronco di mio marito, senza preavviso, dopo un’esperienza lavorativa trentennale, e a 52 anni, ci è cascato il mondo addosso.
Io lavoro part-time e il mio stipendio si aggira sui 500 euro. Nonostante il mio impegno, la fortuna non mi ha assistito abbastanza per raggiungere una migliore retribuzione.
Mio marito ha risposto a diverse inserzioni e sarebbe disposto a qualunque lavoro, ma nulla. Ci siamo rivolti persino ai servizi sociali per avere almeno un aiuto economico in attesa di un’occupazione; tra l’altro è iniziata la scuola, le rate scolastiche, bollette, affitto, col rischio che presto arrivi lo sfratto, dovremmo pur mangiare. Ci siamo sentiti rispondere che col mio stipendio di 500 euro si può vivere, per legge. Sfido chiunque con un affitto che equivale al mio stipendio, a farlo.
Sono una donna affranta e una madre straziata per non poter concedere i bisogni primari a mia figlia, il primo pensiero naturalmente.
Come possono le istituzioni essere così crudeli nei confronti di chi si trova all’improvviso a dover affontare situazioni del genere senza colpe?”
FIRMATO

I PARTITI SONO LA ROVINA DEL POPOLO ITALIANO.

Anonimo ha detto...

ALTRO CITTADINO MOLTO INCAZZATO PER COME FUNZIONA IL SISTEMA ITALIA DOPO AVER PERSO IL LAVORO ALL'ETA' DI 50 ANNI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!.

Mi ASSOCIO ANCHIO A QUESTO GRIDO DI DOLORE, PERCHE' MI TROVO NELLA STESSA SITUAZIONE DI QUESTA FAMIGLIA.
HO PERSO IL LAVORO DUE ANNI FA A 50 ANNI, ED ANCORA NON HO TROVATO NESSUNA OCCUPAZIONE. HO UTILIZZATO TUTTI I MEZZI ISTITUZIONALI...AGENZIA DI LAVORO, AGENZIE PROVINCIALI REGIONALI, COMUNE, INSOMMA TUTTO ANCHE LA CARITAS, DEVO DIRE COL CUORE SPEZZATO CHE NON HO RICEVUTO AIUTO DA NESSUNO, ANCORA OGGI LA MIA SITUAZIONE NON E' CAMBIATA.

CITTADINI ITALIANI CHE NON HANNO NESSUNA TUTELA, E CHE CONTINUANO ANCHE A PAGARE LE TASSE, QUANTI COME ME IN BILICO IN BALIA DI UN QUOTIDIANO CHE NEMMENO C'E'... E UN GOVERNO CHE CHIUDE GLI OCCHI
CHE NON RISOLVE ,CHE NON AIUTA CHI SI TROVA IN QUESTE CONDIZIONI, QUESTO SUCCEDE SOLO IN ITALIA EPPURE DOVREMMO AVERE GLI STESSI DIRITTI CHE L'EUROPA HA, AD ESEMPIO GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI.

IL GOVERNO PERO' NON CHIUDE GLI OCCHI PER GLI INDUSTRIALI 5 ML DI EURO DI FINANZIAMENTI
PER GLI ARTIGIANI, PER I GIORNALI PER LE TV
PER TUTTI CI SONO FINANZIAMENTI A PIOGGIA, MA PER CHI PERDE IL LAVORO DEVE MORIRE DISPERATO, ORMAI DIRE VERGOGNATEVI NON SERVE PIU' E' UN COMPLIMENTO PER VOI.
SPERO CHE QUESTO MIO POST VERRA' LETTO DA TANTI
ANCHE PER DARE VOCE A QUELLI COME ME CHE NON POSSONO SCRIVERE.

UN GIOIOSO E INFINITO GRIDO DI MORTE RIVOLTO DI GRAN CUORE AI NOSTRI POLITICI!!!!!!!!!!!!!!!!!!.

VI RINGRAZIO E CHIUDO CON UN CARDIALE SALUTO PER TUTTI VOI.

Anonimo ha detto...

Dal 1° al 7 ottobre 2007, a poco meno di quattro ore di macchina da lanuvio, si svolgerà un evento di notevoli proporzioni che sosterrà un valore supremo. Tra Terni, Perugia e Assisi si svilupperà la “Settimana della Pace”, durante la quale manifestazioni di ogni genere e convegni saranno protagonisti con un unico scopo, quello di difendere un bene universale: la Pace.

A Perugia, ad esempio, si terrà la 7° Assemblea dell’ONU dei Popoli, a Terni ci sarà la 3° Assemblea dell’ONU dei Giovani, ad Assisi verrà organizzata una “Giornata Nazionale per un’Informazione di Pace” per denunciare l’assenza o la falsa idea di pace che i media o i politici possono comunicare. Tra piccoli e grandi eventi la settimana si concluderà domenica 7 ottobre con la “Marcia della Pace” Perugia-Assisi. Insomma, si terrà un grande avvenimento nazionale e mondiale che avrà come slogan “tutti i diritti per tutti”.

Questa settimana sarà anche un’anticipazione “Dell’Anno dei Diritti Umani”, perchè nell’anno 2008 si celebrerà il 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani proclamata nel 1948. Tale dichiarazione è di notevole importanza per la nostra civiltà perchè scritta in un periodo particolare, quello successivo alle due guerre mondiali, in cui l’uomo, violentato della propria personalità, diventò carne da macello nei campi di sterminio e nei campi di battaglia.

Una particolare attenzione in questa speciale settimana verrà data ai Popoli sottosviluppati dell’Africa. L’Africa non ha mai vissuto la sua storia perchè altri hanno sempre utilizzato la sua ricchezza ed è sempre stata il palcoscenico di guerre, sfruttamento e povertà.

In questa settimana si parlerà di “pace” in tutti i suoi aspetti per riscoprirne un rinnovato e autentico significato, per ridare forza al valore, per invitare tutte le associazioni, enti, organizzazioni di ogni genere e, soprattutto, ogni singolo cittadino ad impegnarsi per valorizzare il significato profondo di questa parola. La pace è la tregua dopo la guerra, è un accordo dopo un disaccordo, la quiete dopo il trambusto, è la beatitudine dopo le tribulazioni, arriverà, prima o poi, anche se non sarà mai duratura. Qualcuno penserà che la pace sia solo un’utopia, un illusione che non si realizzerà mai, ma dare il proprio piccolo contributo non costa niente ed è importantissimo; infatti, è proprio attraverso tanti piccoli contributi che le utopie diventano realtà. Per questo parteciperò alla Marcia della Pace, Perugia-Assisi, non per intenderlo come evento di massa o in rappresentanza di un gruppo, ma perchè il mio contributo, insieme a quello di tanti altri, possa davvero dare una speranza in più.

Se la Pace è un bene universale non dobbiamo neanche dimenticare che anche l’Indifferenza deve estinguersi. Deve estinguersi l’Indifferenza non solo per gli eventi percepiti come distanti dalla nostra realtà, ad esempio la povertà e le guerre nei paesi del terzo mondo, ma anche l’Indifferenza a quello che succede dentro la nostra società: la violenza, sia fisica che morale, gli abusi di potere, la povertà d’animo, la mancanza di rispetto, le offese, l’ignoranza; sarò solo una briciola nel mare di folla, ma la mia briciola, l’individuo che sono, gli individui che siamo e la nostra dignità valgono molto di più di tutto questo.

anonimo

Anonimo ha detto...

I partiti e i condannati

condannati_per_partito.jpg

24 condannati in via definitiva ci rappresentano. Nessuno di loro, dopo l’otto settembre, ha fatto un passo indietro. Si è dimesso. Chi lo avesse fatto sarebbe diventato un eroe, il precursore di una nuova politica. Che ha radici in parole dimenticate: morale, etica, giustizia. Che si ispira a servitori dello Stato come Ambrosoli, Borsellino, Falcone, Livatino, Chinnici, Dalla Chiesa.
Ci sono state altre stagioni della politica, migliori di questa. Vi immaginate Moro, Berlinguer, De Gasperi eletti in Parlamento condannati per estorsione, banda armata o tangenti?
Ho gridato che bisogna distruggere i partiti. Quelli che rappresentano gruppi di potere e appetiti forti. Lontani dai cittadini, ma vicino alle municipalizzate e alle banche, ad appalti e inceneritori.
Chi ha eletto i magnifici 24? I segretari di partito, non i cittadini a cui è stato negato il voto di preferenza con un piccolo golpe. Una dozzina di persone ha deciso per tutti.
Si chiama oligarchia, non democrazia.
Se i condannati sono l’effetto, le cause sono i capi dei partiti e per questo vanno giudicati.
Berlusconi è primo assoluto con 10 condannati netti, il 40% del totale.
Seguono distaccati Bossi con 3 condannati e, a pari merito, Casini e Fini con 2 condannati.
Vi è infine un gruppone formato da RNP, PRI, Nuovo Psi, Margherita, DS, Dc-Psi e PRC con 1 condannato.
Il capo azienda di Forza Italia ha detto che i suoi elettori mi considerano la peggiore costola della sinistra. Non mi offendo. Mi hanno dato del fascista, di uno di sinistra che parla con un linguaggio di destra, del neo qualunquista, del delinquente, del terrorista. Mi metta dove gli pare.
Alle prossime elezioni aumenti però i condannati nella sua lista, li porti al 100%. Tra amici e conoscenti dovrebbe farcela.

APRITE GLI OCCHI GENTE!!!!!!!!!!!
APRITE SEMPRE GLI OCCHI GENTE!!!!!
NON FATEVI SFONDARE LE CHIAPPE DAI POLITICI ANCORA PER MOLTI ANNI!!!!!
E' ORA CHE VI SVEGLIATE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
CI SIAMO CAPITI?????? O VE LO DEVO RIPETERE NELLA STESSA MANIERA DI BERLUSCONI QUANDO CI FRACASSA IL CRANIO CON LE SOLITE CAZZATE DEI
KOMUNISTI???????????????????????.

Anonimo ha detto...

Dopo tanto tempo torno a scrivere in questo blog , molti neanche mi conoscono, altri si sono dimenticati di me e così via.....

L'altra sera ero entrato per leggere questa acceso dibattito, dato che mi aveva avvertito ale (che ho avuto il piacere di conoscere in questo momento della vita) e, non scrivendo da mesi, sono stato dimenticato da tutti.

Tuttavia di aver perso le elezioni interessa relativamente, ma non è per questo che scrivo.... molte abitudini sono cattive a perdersi.

Uno dei tanti motivi per il quale non accedo al blog sono le cose che continuano a scrvere sul quello di Frappelli, quando torno a casa non ho voglia di collegarmi per sentire bavosi che si lamentano, che sussurrano di continuo frasi senza senso e così via.

Con l'andare del tempo il gioco ha preso una piega diversa, all'inizio era un gioco per pochi intimi che si contavano sulle punte delle dita, adesso la "comunità" si è ingrandita notevolmente con i suoi pro e i suoi contro.

Uno dei tanti contro è appunto quello della presenza di molti bavosi "piccoli", non tanto piccoli come età, ma piccoli come cervello (un giorno parlando ci siamo detti, a volte è meglio parlare con chi nn capisce piuttosto che al sindaco(chi non sa parlare ben s’addice il silenzio......), non per la qualità della persona.

P.S.Ass. Grassi vieni a vedere le persone che difendi tanto in piazza cosa fanno...


Ricordi la festa dietro il fontanone,Anche la gente accorta erra, ma non cosí spesso come la sciocca.

BLACK MAN IL RITORNO............

Anonimo ha detto...

Il fenomeno Grillo è appena iniziato, al contrario di quanto spererebbe qualcuno.

Perché lui è solo un bravissimo detonatore della nitroglicerina dilagante, costituita dall’attuale classe politica e amministrativa e da noi che ne siamo stufi. Perché la misura è colma e indietro non si torna.

Di Grillo si può condividerne o meno i metodi. Abbassarsi a discutere del suo linguaggio, più o meno adatto. Abbassarsi a cercare di scovarne gli scopi: perché lo fa?

Si cerca con qualche pretesto di liquidarne i contenuti, cercare qualche sbaglio per smontare tutto. Il bollino, il tono, il linguaggio, la piazza… cercare di liquidare tutta la sostanza che ha prodotto e produce. Non ci riusciranno.

In fondo a me non interessa poi tanto perché Grillo faccia quello che fa e ha fatto. Ma quello che ha fatto lui lo hanno fatto in pochi, o forse nessuno. Informazione, conoscenza, comunicazione, aggregazione, diffusione dell’etica, spinta. A me interessa quello che provoca… esattamente quello che voglio.

E ognuno di noi dovrebbe essergli grato.

Anonimo ha detto...

POPULISTA E POPULISMO


No, populismo non è negativo come il tono di chi lo pronuncia. Per

definire il concetto di populismo mi limito a riassumere alcuni dei concetti presenti nel libro “L’Italia populista” scritto da Marco Tarchi, professore di Scienza Politica, con il quale mi trovo completamente d’accordo:
Bisogna sforzarsi di non cadere nella trappola della “demagogia antipopulista”, simmetrica e complementare a quella che i suoi esponenti attribuiscono agli avversari.
I termini populista e populismo vengono usati, dopo essere stati patologizzati o criminalizzati, dalle élite politiche, burocratiche e tecniche, con l’obiettivo di garantirsi una sorta di “immunità ideologica”, nei confronti di quei leader o quei movimenti che riscontrano un grande appoggio nelle masse; quelle masse che possono erodere le loro posizioni di potere.

ANONIMO.

Anonimo ha detto...

Commento a POPULISMO

L’uso delle parole è un’arte antica, che ha contribuito all’evoluzione dell’uomo, ma è anche un’arma terribile che può instillare l’odio, infiammare gli animi.
E’ la base della propaganda che, storia insegna, è spesso falsa e bugiarda.
Che effetto hanno i tanti…”mi indigno” e…”mi sdegno”, amplificati dai media, sulla bocca dei nostri politici, per questioni, spesso, di poca rilevanza.
La Pubblica Opinione non ha mai una propria opinione, ma una imposta.

STEFANO

Anonimo ha detto...

LA PACE

La pace è qualcosa che ogniuno deve coltivare ogni giorno dentro di se, nei rapporti con gli altri. la pace si rompe quando un gruppo di persone vedono in un altro gruppo il nemico e non vede piu che sono persone come loro. quando un gruppo (nazione, razza) crede di avere la sola ragione, di essere superiore. cerchiamo di coltivare la pace nella nostra vita quotidiana, nei discorsi, nelle discussioni, con il nostro vicino impossibile, con i nostri parenti serpenti (e qui si entra nel difficile) anche con i nostri amministratori…..

ANONIMO

Anonimo ha detto...

POPULISMO

Nel nostro Paese esistono le mode nell’uso delle parole. Parole come “tesoretto”, che non esistevano nell’uso comune, un bel giorno nascono e sono costrette a vivere una vita che non è la loro, usate di qui, usate di là… Ogni occasione è buona per usarle e abusarne. Finché un triste giorno, esauste, sfinite, muoiono. Nessuno le usa più.

Un altra parola che va oggi molto di moda è “populismo”. Dopo la nascita del fenomeno Grillo e il successo del V-Day questa parola è risorta d’incanto. Ogni giorno diventa uno scudo e una spada da usare nella battaglia delle parole.

Ad un paio di persone della zona è perfino scappata per riferirsi a questo blog.

Ma io mi domando. Populismo è negativo come il tono di chi lo pronuncia?

Strano. Perché molti di quelli che lo fanno sono persone di sinistra. Anche qui l’ho sentita pronunciare da un compagno. Strano.

Un compagno che dà un valore negativo a questa parola. Come mai allora “casa del popolo” non ha un valore negativo? Invece quella è positivissima? Centro di potere, baluardo di difesa contro il male del mondo. Che non è finito, ma sempre in agguato. E la difesa deve essere costante, puntuale, ramificata, capillare.

Occorre prendere la Croce d’Oro, altrimenti potrebbe andare alle destre, al Male (parole di compagni). Occorre prendere tutte le istituzioni collegate più o meno al Comune, dopo il Comune, altrimenti potrebbero andare alle destre, al Male.

Perché la resistenza partigiana non è finita, il fascismo residuo del dopoguerra non è finito, la guerra fredda tra i Buoni e il Male non è finita.

E allora servono le Case del Popolo, servono le “Cooperative di consumo”, serve mantenere vivo il concetto. Che i Buoni di oggi lo sono perché lo sono stati i padri e i nonni. Quel concetto serve. Lo si ritrova nei fumetti di sinistra, ma lo si ritrova anche qui.

In un libretto intitolato “Cinquant’anni di noi”. In cui c’è la storia di “noi”, di quello che abbiamo costruito ma soprattutto di quello che abbiamo combattuto. A leggerlo sembra quasi di essere ancora in guerra fredda o partigiana contro un nemico.

Peccato che non ci si renda conto di alcune cose.

Credo ci siano dei vecchi compagni che giustamente ricordano il valore di quello che hanno fatto in guerra e nel dopoguerra. Ma mi ricordano quel film dove Stanlio faceva la sentinella, andando avanti e indietro in trincea per anni dopo che la guerra era finita. Nessuno si era ricordato di dirgli che la guerra era finita e lui continuava a fare la sentinella. La montagna di scatolette cresceva a dismisura, non si vedeva nessuno, passavano gli anni, e lui non si faceva domande. Non si faceva domande, non pensava. Finché non arrivano i turisti a fotografarlo…

Questo è il lato più ingenuo della faccenda. Ma c’è anche il lato più furbo…

Conviene che sia così.

Oggi la guerra si combatte a suon di pizze, di sagre, di bar, di bottegoni. E di soldi. E di mattoni. Business.

Si nega nella pratica quello che si spaccia nella teoria. E i compagni non si rendono conto o non vogliono farlo, che si sono trasformati nel loro opposto. In quello che combattevano. Nella classe ricca, dominante, faccendiera, che nega le pari opportunità, che si infiltra con le parentele/amicizie/militanze in ogni incarico che può. Imponendo agli altri il loro dominio. Più subdolo di una dittatura, ma dominio. Sono diventati l’oppressore del passato.

Sono ovunque. Nei comuni, nelle province, nelle regioni, nei consigli di amministrazione, nelle associazioni, anche quelle “culturali” … il cuore a sinistra ma il portafogli ben a destra.

E quando abbiamo il cuore a sinistra ma il portafogli a destra… gli immobili, le rendite, le ville “agricole” che non pagano l’ici, i figli che entrano a lavorare senza concorso, gli amici che ricevono trattamenti preferenziali nell’assegnazione di lavori, gli amici che hanno un lavoro inventato pagato a nero di rinterzo, le protezioni, i benefit garantiti dal colore invece che dalla lotta ad armi pari, allora è facile che qualche fenomeno di piazza come quello di Grillo, di gente a cui girano i coglioni, faccia rizzare i peli.

Carissimi compagni, una volta il Quarto Stato e la rivolta popolare era un dio in terra. Contro il potere. Adesso che il potere siete voi e la lotta popolare quella Cittadina è “populismo”?

Perlomeno voi che con i partiti, invece di portare il nuovo, siete diventati conniventi e non vi si distingue più dalla Peggiore Repubblica, quella della Democrazia Cristiana, stati zitti.

STEFANO

Anonimo ha detto...

POPULISMO

“inevitabile…”

È questione di valori, di prezzo. Per qualcuno la propria coscienza, la propria dignità e la propria coerenza hanno un prezzo molto alto, per qualcuno molto basso.

Ho un’altra opinione sul grillismo.

Che la politica cambi sono d’accordo. Questo in generale in ogni parte del mondo. Ma in una politica e in una economia vischiose come la nostre, gestite da personaggi come i nostri, questo è particolarmente vero. Per questo le modifiche graduali dall’interno non possono riuscire. Non ti viene permesso. Oppure ti cambiano perfino il modo di pensare… cambi tu, e allora sei diventato una parte di Matrix.

È per questo che, a livello nazionale, temo che senza atti di forza le sanguisughe non siano eliminabili.

Mi hai incuriosito il Dottor Zivago. Me lo leggerò.
ANDREA.

Anonimo ha detto...

CON I TEMPI CHE CORRONO AIUTA MOLTO
RINFRESCARSI LA MEMORIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Si caro amico dici che bisogna rispettare i cittadini , il problema è che ci sono dei cittadini che hanno votato Mastella ,che hanno votato Berlusconi ( Mr. B. sta per Berlusconi?) e che se oggi tornassimo alle elezioni voterebbero ancora Mr. B. come lo chiami tu.
“chi c’ era prima ha fatto uguale”?
Caro amico ti rinfresco la memoria: leggi ad personam, il conflitto di interessi, lo sfascio della giustizia, della scuola e della finanza pubblica, le epurazioni bulgare, la crescita zero, il boom dell’evasione fiscale, i 12 condoni in un anno, le due guerre camuffate da missione di pace, la legge elettorale-porcata ,ecc. ed a proposito di quest’ultima che siamo ritornati alle liste bloccate dai partiti.
“ogni popolo ha il governo che si merita”.
saluti
FIRMATO
AIUTA MOLTO RINFRESCARSI LA MEMORIA

Anonimo ha detto...

FARE LE PROPRIE VALUTAZIONI PIRMA DI DOVERSI IMPEGNARE PER COMPERARE
UNA CASA
( specialmente coi tempi che corrono).

Si anche io ho fatto le mie valutazioni. Io parto da una posizione avvantaggiata ripetto ad altri e cioè che anche i miei genitori non sono riusciti a comprarsi la casa. Si , hanno preferito farmi studiare quei c… .

Ho provato a fare un po’ di conti . Senza pretendere il terra tetto come hai indicato tu, ma un semplice appartamento, anche in condominio, il costo si aggira sui 250 mila euro. E che sono!!
Facendo un mutuo di 30 anni ne devo restituire 350 mila . E che sono !!
Soltanto che lo stipendio medio di un salariato si aggira sui 1200-1300 euro mensile. Potrei fare delle rate per 25 anni di 1200 euro/mese. Continuare a stare a carico dei miei genitori in questo lasso di tempo, perché campare soltanto d’aria (pur essendo buona a LANUVIO) è un impresa troppo dura.

Oppure seguire il consigli datomi da un conoscente che lavora in comune. E cioè :trovarmi un posto in comune , anche in uno limitrofo, perché se è troppo lontano non va bene . Uno di quei posti dove si lavora soltanto la mattina, perché se sei reperibile anche la sera i conti non tornano. Poi la sera trovarsi un lavoretto , i più quotati sono giardiniere e muratore (nel senso che vengono pagati meglio) “poi se uno ha fantasia e voglia di fare non ha problemi”(d’altronde lo aveva consigliato anche Berlusconi ai cassintegrati). Ecco i conti tornano, uno stipendio la mattina , uno stipendio la sera, ….

ANONIMO.

Anonimo ha detto...

20 anni dopo
8 Ottobre 2007

Sono passati quasi 20 anni, era l’otto novembre del 2007 quando gli italiani furono chiamati a rispondere su 5 quesiti referendari.
due erano sulla giustizia e tre sulla questione nucleare. quasi tutti i partiti cavalcando l’emozione popolare suscitata dal disastro di Chernobyl spinsero per il si all’abrogazione, la vittoria fu ampia,benedetta a destra, ma soprattutto a sinistra.
Io allora giovane convinto militante attivista del vecchio Pci ho avuto la presunzione di affermare che la testa non serve solo come contrappeso per camminare meglio eretti, ma che può anche essere usata per pensare diversamente da come vorrebbero che pensassimo. Ho votato no al referendum anche se è servito a poco, convinto che stessimo sbagliando.
Contrariamente a quello che si pensa, in italia sul nucleare non eravamo dietro a nessuno, questo perché in Italia si dedicarono a studi per lo sfruttamento dell’ energia nucleare enti come il Cise ed il Cnrn (poi Cnen dal 1960). L’ Italia si lanciò con passione nello studio per lo sfruttamento dell’energia nucleare e nel 1959 fu costruito il primo reattore di ricerca ad Ispra (Varese). Gli investimenti ed il favore dell’opinione pubblica nei confronti dell’ iniziativa furono notevoli tanto che nel 1966 si raggiunse una produzione di 3,9 miliardi di kWh: l’ Italia era il terzo produttore al mondo di energia elettrica di origine nucleare. Questo ciclo espansivo si chiuderà con l’ attivazione della centrale di Caorso (Piacenza) nel 1980.
Ora invece siamo nel buio più totale, con fonti di energia rinnovabile che non decollano, progetti di produzione fotovoltaica o eolica osteggiate da comuni e verdi perché magari non sono belli da vedere e deturpano il territorio, e poi il nucleare siete sicuri che sia così da demonizzare.
Lo sapete che l’Italia importa dalla Francia ingenti quantità di energia prodotta tramite fissione nucleare nel reattore di Superphenix-Grenoble sito a non più di 60km in linea d’aria dal confine italiano?
Lo sapete che la scellerata uscita dal nucleare nel 1987 e il conseguente abbandono del Piano Energetico Nazionale è costata circa 0,5 punti di PIL all’anno equivalenti a circa 100,000 posti di lavoro mancanti nell’economia del nostro Paese?
Lo sapete che per produrre il catalizzatore delle celle fotovoltaiche sono necessari processi chimici altamente inquinanti e scarsamente controllabili? Lo sapete che le pale dei generatori eolici devono essere alleggeriti in una particolare lega al titanio di fabbricazione altamente tossica?
L’oscurantismo suicida per il Paese che i passati referendum hanno portato, comunque purtroppo non sarà nemmeno superabile, perché basta immaginare quello che potrebbe succedere se venisse comunicato che viene costruita una centrale nucleare. I comitati locali per la difesa del territorio e del cittadino, le mamme, gli ambientalisti,ecc.ecc., la sindrome di Nimby è ormai ben radicata, non siamo capaci nemmeno di fare una linea ferroviaria o un ampliamento autostradale senza scontri con i gruppi di protesta. Adesso addirittura qualcuno comincia a pensare che sarebbe meglio far diminuire il Pil e con quello lo sviluppo, però Probabilmente quelli che hanno queste belle pensate lo stipendio lo ricevono comunque, altrimenti certe idiozie non le penserebbero nemmeno. Siamo allo sbando totale del tutti contro tutti, basta organizzare un comitato e via in piazza, magari insieme a altri 10 comitati che manifestano per cose opposte, l’importate è dire no. Purtroppo non credo che l’immobilismo porterà troppi vantaggi a questo paese, i comitati del no forse oltre che negare dovrebbero proporre, troppo facile dire no e basta.

ANONIMO

Anonimo ha detto...

Commento a 20 anni dopo.


Parole sagge… Il nucleare viene demonizzato in base ad un disastro di origine esclusivamente umana, l’ esplosione di Chernobyl fu causata da una gravissima imperizia del capotecnico. A causa di quel referendum insieme alle centrali si è fermata anche la ricerca e adesso, se non ci fossimo fermati, a distanza di 20 anni, magari saremmo stati in grado di convertire in ulteriore energia le famigerate “scorie”. Il nucleare ci permetterebbe di produrre energia a bassissimo costo per almeno altri 80 anni durante i quali potrebbero per esempio essere messe appunto delle tecniche di fusione nucleare a freddo (il che vorrebbe dire risolvere i problemi energetici per sempre). Adesso invece siamo schiavi dei petrolieri e dei combustibili fossili (i quali liberano gas serra che non si possono stoccare). Per capire a cosa abbiamo rinunciato vi faccio un piccolo raffronto:

dalla combustione di 16 grammi di metano si ricava una quantità di energia che permette di funzionare ad una lampada da 100W per circa 2 ore e mezzo.

dalla fissione di 16 grammi di uranio235 si ricava una quantità di energia che permette di funzionare a 100000 lampade da 100W per circa 3 ore e mezzo.

Adesso chiediamo ai verdi quanta anidride carbonica immettiamo oggi nell’ atmosfera per far funzionare 100000 lampade per 3 ore e mezzo… Loro dovrebbero saperlo… Abbiamo fatto una scelta così saggia???

UN CITTADINO MOLTO DELUSO
E PER NULLA SODDISFATTO DELLE SCELTE DEI NOSTRI POLITICI DI QUALUNQUE COLORE ESSI SIANO!!!!!!!.

Distinti Saluti.

Anonimo ha detto...

NOI ITALIANI OGNI QUAL VOLTA DOBBIAMO FARE DELLE SCELTE RESPONSABILI EBBENE NON CI SMENTIAMO MAI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

OVVERO NON FINIAMO MAI DI STUPIRE NELLE NOSTRE SCELTE NEANCHE TUTTE LE ALTRE NAZIONI MONDIALI!!!!!!!!!


Anch’io, nell’ormai lontano 1987, ho votato NO. Non sono certo più lungimirante della nostra classe politica, ma non era molto difficile immaginare quello che poi è successo. Parafrasando un vecchio adagio; “L’Italia è un paese di santi, poeti, navigatori, ecc.”, aggiungerei anche “di referendari”. L’Italia è menzionata nel Guinnes per il numero di referendum proposti. Non esiste altro paese retto da democrazie parlamentari dove è usato (abusato) questo metodo di consultazione popolare, che non è espressione di democrazia (altrimenti che ci starebbe a fare il Parlamento), ma solo un mezzo per cavalcare l’onda (qualunque essa sia) per permettere di mantenere o conquistare posizioni di potere politico.
Al tempo che fu si chiamavano plebisciti, ma avevo un significato, un respiro, un coinvolgimento popolare di altro spessore. Coinvolgere la Piazza (detto in senso non dispregiativo) in decisioni che, per sua natura, non è in grado di prendere è solo un modo, da parte del potere politico di ogni schieramento, dper rendere sempre più ingovernabile questo paese, al di là della giusta causa che, spesso porta ad indire questi referendum. Mi sovviene uno dei tanti referendum proposti (ma quanti sono stati…ed io me li sono fatti tutti!): quello abrogativo della legge sulla fecondazione assistita; al di là del risultato, che non mi ricordo (non si è raggiunto il quorum?), mi domando quanti di quelli che sono andati a votare, e parlo anche per me, hanno capito il senso del tutto? Penso veramente pochi ed è solo servito a contare le teste dei propri schieramenti e a gettare al vento soldi che potevano avere altre aspettative di spesa.

DISTINTI SALUTI
STEFANO

Anonimo ha detto...

ALCUNE CONSIDERAZIONI SUL NUCLEARE




ultimi anni penso il NUCLEARE sia migliorato poco in quanto a trasparenza e sicurezza, guarda questo quadro:
oggi esistono 442 centrali nucleari nel mondo, 22 sono uguali a quella di Chernobyl, e altre 24 sono in costruzione.
Gli impianti vecchi li devi sostituire e giù aumenti vertiginosi di scorie e dove cavolo si sotterrano?
Cina, India, Africa?

Dal 1999 al 2000 dalla Russia le esportazioni ufficiali di materiale radioattivo sono aumentate del 20% (2,3 milioni di dollari). Ovviamente non sappiamo nulla di quelle illegali.

Nel 2004 gli incidenti legati a materiale nucleare sono stati 121 (bada sono dati forniti dall’Aiea, ricontrollate quel che ho scritto sopra…) lo sai quanto c’è da aggiungere per arrivare al numero effettivo…

Il 13 luglio 1999 il Professor Yuri Bandazhevsky, direttore del più grande istituto di ricerca nelle zone contaminate vicino alla centrale di Chernobyl, viene messo in prigione e sotto il silenzio di gran parte degli Stati Democratici, ci rimane per 6 anni, i suoi studi sulle contaminazioni del cesio137, dopo l’incidente, non si dovevano conoscere, problema non solo per l’Unione Sovietica.
Ovviamente la sua unica colpa è stata la sua onestà.

Il 10 dicembre 2005 El Baradei, presidente dell’Aiea (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica) Tho! Gli danno il premio Nobel per la Pace:
” Per gli sforzi compiuti nel prevenire l’utilizzo dell’energia nucleare per scopi militari e nell’assicurare che l’energia nucleare per scopi pacifici sia usata nel modo più sicuro possibile”

Ma vi rendete conto con chi abbiamo a che fare?

A voi la palla.
ANONIMO

Anonimo ha detto...

Detti e proverbi
3 Dicembre 2007

Proverbi della Nonna

Il proverbio dei proverbi recita: i proverbi sono la saggezza dei popoli.

E naturalmente il detto suona saggio. Saggio ma non completo.

I proverbi infatti sono anche, e soprattutto, l’espressione arguta dello spirito, del modo di pensare di un popolo.

Talvolta, presso la stessa gente, se ne trovano anche di contraddittori, buoni per tutti gli usi e tutte le occasioni.

E anche questo è segno dell’arguzia popolare.

Ad esempio, se a sera la brezza spira da nord ed il tramonto è rosso e limpido, il saggio di turno sentenzierà: rosso di sera bel tempo si spera.

Ma se il vento viene dal mare e il rosso orizzonte si intorbida di basse nubi, il solito saggio dirà: aria rossa o piscia o soffia.

Ed in ogni caso avrà molte possibilità d’essere buon profeta.

Così cartomanti e affini si regolano nel fare le loro predizioni, e così in passato si comportavano aùguri e sibille, sacerdoti e veggenti, che, dopo aver assunto informazioni sui postulanti (che di solito dovevano attendere i responsi per giorni e giorni) emettevano oroscopi che spesso risultavano realmente profetici.

E quando proprio non sapevano che pesci prendere emettevano responsi fumosi come quello celebre, della Sibilla Cumana, che alla precisa domanda del condottiero che partiva per la guerra, rispose: Ibis redibis non peribis in bello.

Il significato poteva essere: Andrai, tornerai, non morirai in guerra, ma, vista la particolare costruzione latina del negativo ed in assenza di punteggiatura, poteva anche significare: Andrai, non tornerai, morirai in guerra.

Questo si chiama dire tutto ed il contrario di tutto, e, se non è saggezza, è certamente furbizia.

Ma ci sono proverbi che non ammettono dubbi, ed uno di questi, che ho sentito più volte nel nostro paese, suona così: Arrosto che non tocca lascialo bruciare.

Questa espressione mi ha lasciato interdetto, e mi ha fatto pensare e rimuginare molto.

Contraddice ogni mia convinzione.

Ma mi aiuta a capire la mentalità di una parte della popolazione

Gente che in passato ha dovuto preoccuparsi tanto dei suoi problemi da non aver tempo e voglia di occuparsi di quelli degli altri.

Ma anche sintomo di una mentalità chiusa, diffidente e forse, fatemelo dire, forse un po’ invidiosa dei beni degli altri.

L’erba del vicino è sempre più verde.

E’ anche questo daltonismo intellettuale che spesso genera sentimenti gretti.

Penso che questo antico modo di pensare spieghi in parte anche la disaffezione alla cosa pubblica

“O che è mio?”

E’ un ostacolo da superare, in nome della solidarietà e dell’amicizia.

Potremmo cercare di convincerci che se gli altri stanno bene, di riflesso, stiamo meglio anche noi, e che non possiamo stare bene se gli altri intorno a noi soffrono. Ma anche questa, in fondo, è una forma di egoismo.

Dobbiamo andar oltre: Facciamo agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi.

Ho parafrasato la frase evangelica con la presunzione di ampliarne la portata.

Cerchiamo di convincerci, tutti, che quello che esiste intorno a noi, nella natura, in tutto quello che ci circonda e che non è racchiuso in un recinto, non è cosa di nessuno, ma è un bene di tutti.

E come le cose, rispettiamo i sentimenti e il pensiero degli altri, senza prevaricazioni, pretestuose polemiche, inutili litigi. Non alimentiamo le futili e dannose, strumentali diatribe, ma cerchiamo sempre di gettar acqua sul fuoco.

Facciamo in modo che quel vecchio, brutto proverbio dell’arrosto non faccia più parte della cultura nostra e di quella dei nostri giovani.

Cerchiamo di aiutare i giovani a pensare in maniera più aperta ed a riscoprire il vero senso della solidarietà, che è innato in loro, ma spesso non si è sviluppato abbastanza e si esplica generalmente solo nell’ambito limitato dei gruppi di cui fanno parte.

E’ necessario, se vogliamo che la società si evolva positivamente, se vogliamo che i problemi si risolvano con la ragione e non con le guerre, è necessario, dicevo, che i genitori, la scuola, i partiti e le associazioni, il prete all’altare, pongano sempre maggior accento sulla necessità d’essere solidali, tolleranti, generosi, comprensivi, tanto con chi ci è vicino che con chi è lontano, con chi la pensa come noi come con chi la pensa diversamente, coi bianchi e coi neri….e ne diano esempio concreto con i loro comportamenti e le loro azioni.
Tolleranza e comprensione non devono e non possono tuttavia esser debolezza verso la prepotenza e l’ingiustizia: porgere l’altra guancia ….poi basta!

Solidarietà significa che se l’arrosto del vicino sta rischiando di bruciare, dobbiamo sentire il dovere di toglierlo dal fuoco, senza chiederci se saremo ringraziati o se avremo un immeritato rimbrotto. Facciamo quello che la coscienza ci detta.
Più volte ho sentito mettere in dubbio il mio disinteresse o la mia buonafede, quando mi sono occupato di cose che, secondo una certa logica, non avrebbero dovuto interessarmi, perché non mi riguardavano direttamente.

Mi è capitato quando raccoglievo firme per una petizione, quando correvo per un incendio, perfino quando scavavo fra il fango e le macerie del terremoto in Irpinia.

“Se lo fa ci deve avere un interesse”. Questo ho sentito mormorare. Ma non per questo ho cambiato il mio modo di pensare ed agire, anche se non riesco a scordare quelle parole, perché mi sono sentito profondamente ferito.

E per questo sono qui a scrivere, invece di stare in poltrona davanti alla televisione, come fanno molti della mia età.

Scrivo perché credo nello scambio di idee, pacato, sincero, libero.

E credo che anche chi semplicemente legge, abbia fatto un gran passo avanti perché condivide il suo tempo ed esercita il suo pensiero, nel consenso o nella critica.

E forse non solo.

E, un’ultima cosa, per tornare all’argomento dei proverbi: in modo diverso, certamente più volgare, ho sentito esprimere lo stesso concetto dell’arrosto che non tocca nella colta e civilissima Firenze. Suonava così: Fuori del mio è fallo!

Quindi, per finire con un altro proverbio, si potrebbe dire che tutto il mondo è paese.

Ma questo non significa assolutamente che il mondo sia tutto popolato di egoisti.

Anzi, con un po’ di comprensione e di buona volontà potrebbe essere tutto il contrario.

Buona volontà, comprensione, solidarietà, ma anche e soprattutto giustizia.

Non dare spazio alle sopraffazioni, ma anche non invidiare l’altrui felicità, e goderne insieme.

Occorre onestà intellettuale.



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